Cacciatori di plastica – Intervista a Fantina Madricardo

Avrete probabilmente sentito parlare del Great Pacific Garbage Patch, la regione d’accumulo di plastica più grande al mondo, che si trova nell’Oceano Pacifico ed è grande come tre volte la superficie della Francia. L’inquinamento sta compromettendo l’ambiente marino e la sopravvivenza di molte specie in maniera irrimediabile. Non pensiamo che sia una tematica lontana da noi: secondo un’indagine dell’Ispra (organo del Ministero dell’Ambiente), il litorale del Mar Adriatico risulta il più inquinato d’Europa.

Per saperne di più , abbiamo contattato via mail Fantina Madricardo, scienziata del CNR-ISMAR (Istituto per le scienze marine) di Venezia dal 2012 e coordinatrice di H2020 Maelstrom, iniziativa che mira alla rimozione e al riciclo della plastica dai mari. Abbiamo posto, incuriositi dalla sua attività da ricercatrice, qualche domanda alla scienziata sul problema e sul progetto che coordina.

  • Quali sono i fattori o l’avvenimento, se ce n’è stato uno, che l’ha spinta a occuparsi di queste tematiche ambientali?

“Nel 2013 abbiamo mappato tutti i canali della laguna di Venezia con un sonar ad altissima risoluzione. Abbiamo poi analizzato i dati e identificato alcuni canali nella città di Venezia che avevano una grande quantità di rifiuti sul fondale. Inoltre i miei colleghi avevano già in passato affrontato il problema delle reti fantasma, ovvero delle reti abbandonate o perse che continuano a recare danno all’ambiente marino (continuando a pescare o intrappolando gli organismi).  Questa scoperta ci ha portati a voler fare qualcosa per risolvere il problema avviando prima il progetto marGnet – Mappatura e riciclo dei rifiuti marini e reti fantasma sui fondali marini e poi il progetto MAELSTROM.”

  • Quali sono i numeri di questo problema che colpisce i nostri mari? Si tratta di un problema riscontrabile nella stessa misura anche in altri paesi europei e nel resto del mondo?

“Il problema dei rifiuti marini e delle plastiche è un problema globale: ogni anno da 19 a 23 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica si riversano negli ecosistemi acquatici, inquinando laghi, fiumi e mari. Ogni giorno, l’equivalente di 2.000 camion della spazzatura pieni di plastica viene scaricato negli oceani, nei fiumi e nei laghi del mondo (fonte: https://www.unep.org/plastic-pollution).”

  • Parlando di Maelstrom, può spiegarci meglio di cosa si tratta e cosa prevede?

“Il progetto MAELSTROM, finanziato dall’UE, sta riunendo le migliori competenze europee, dai centri di ricerca alle aziende di riciclaggio, dagli scienziati marini agli esperti di robotica, per sfruttare l’integrazione di tecnologie complementari per la rimozione sostenibile di rifiuti marini in diversi ecosistemi costieri europei. Il progetto sviluppa e integra tecnologie scalabili, replicabili e automatiche co-alimentate da energia rinnovabile e da un carburante di seconda generazione per identificare, rimuovere, smistare e riciclare tutti i tipi di rifiuti marini in preziose materie prime.”

A questo link è possibile vedere un video sul processo di identificazione, rimozione e smistamento dei rifiuti dal fondale marino.

Robotic Seabed Cleaning Platform for Marine Litter Removal, Arsenale-VE (da maelstrom-h2020.eu)

  • Quali sono stati i risultati del progetto? Quali sono le tipologie di rifiuti più frequentemente recuperate e cosa è stato fatto con questa plastica?

“In particolare, il progetto ha sviluppato una piattaforma robotica per pulire i fondali che è stata testata nella laguna di Venezia proprio nel luogo dove avevamo documentato la presenza di accumulo di rifiuti. Sono state raccolte diverse tipologie di rifiuti, da pneumatici, plastiche, resti di imbarcazioni, rifiuti da costruzione, legno, vetro, etc. Tutta la plastica recuperata è stata riciclata in diversi modi (tramite un riciclo chimico e meccanico) producendo nuovi materiali come pannelli per mobili o arredo da esterni o biocarburanti come nuova nafta da cui ottenere gasolio marino.”

  • Secondo lei i progetti come Maelstrom possono in futuro rappresentare la soluzione al problema, o al massimo possono essere un pezzo che può aiutarci ad andare verso l’obbiettivo di un mare più pulito?

“Il progetto MAELSTROM sviluppa tecnologie che aiutano a risolvere il problema delle plastiche già prodotte e accumulate in mare. Tuttavia per arginare il problema è necessario limitare e ridurre drasticamente la produzione di nuove plastiche che possono finire nell’ambiente.”

  • Ci può consigliare un libro o un documentario, un film che dovremmo vedere per essere più informati su queste tematiche ambientali?

The Plastic Recycling Myth, è un documentario reperibile su Youtube, è in inglese, un po’ scioccante ma davvero molto interessante.”

 

Si ringrazia Fantina Madricardo per la disponibilità.

Pietro Palmia Delsoldato 5F

Foto in copertina: ©Maelstrom-h2020 Media

 

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