Quand’è che andiamo a casa?
Cosa risponderesti se un signore anziano, più o meno dell’età dei tuoi nonni, ti facesse, con la faccia stanca e annoiata, questa domanda?
Questa domanda l’ha fatta e ripetuta, più di una volta in solo un’ora, il signor Claudio che risiede a Villa Parma, casa di riposo che fornisce assistenza h24, insieme ai suoi ormai “coinquilini”. Ovviamente non gli si può spiegare che a casa sua non ci può tornare e allora si cerca di fargli passare un pomeriggio diverso dal solito. Questo è quello che abbiamo provato a fare il 22 novembre con l’aiuto della professoressa Azzoni e il personale di Villa Parma.
Appena entrati nel salone dove questi allegri (o quasi) signori ci aspettavano, la situazione è stata questa: infermiere che ci annunciavano come un regalo inatteso e sorrisi amorevoli che spuntavano dalle facce degli anziani, il tutto condito con un aria di malinconia che però, mangiati un pezzo di torta e bevuto un bicchiere di succo, se ne va e ci troviamo tutti insieme a giocare a tombola in pochi minuti.
I premi della tombola sono: i sempre utili fazzoletti di carta per l’ambo, le profumatissime saponette colorate per la terna, creme mani o dopo barba per la quaterna, il preziosissimo bagnodoccia per la cinquina e l’ambitissimo portafoto argentato per la tombola. Starete sicuramente pensando “Con questi premi in palio, io neanche ci giocherei a tombola”, ma dalle loro facce si capiva che avrebbero giocato anche senza premi, solo per la gioia di passare un pomeriggio insolito.
Prima di entrare mi era stato detto che sarei stata io a dover portare allegria a loro che, fermi nelle loro camere o nelle stanze comuni, hanno bisogno di novità per passare le giornate. Invece sono stati loro a dare vita a noi. L’espressione della signora Rina quando uscivano tutti i numeri tranne il suo, l’impazienza della signora Lucia quando la sua amica non controllava le caselle, i tentativi della signora Maria di accalappiarsi una fetta di torta anche se non la potrebbe mangiare, i numeri della tombola urlati per farli sentire anche a chi ormai ci sente davvero poco: tutto questo dà più vita di un pomeriggio davanti al telefono o su un libro di scuola.
Insomma signor Claudio: sappiamo di non poterti riportare a casa, ma abbiamo cercato di portare l’aria di casa da te.
Cleo Cantù