Da prof a preside – Intervista a Lorenzo Cardarelli

“Non sono mai uscito dalla scuola, ho studiato filosofia con la prospettiva di insegnare e poi è stato un susseguirsi di concorsi”.Così racconta la sua carriera il professore e dirigente del Liceo Bertolucci Lorenzo Cardarelli, che dal 2019 ha lasciato le aule abitate dagli studenti per entrare in quella- forse più silenziosa – della presidenza. Si definisce un “preside covid”, uno di quelli che ancora si stupisce di fronte al riallineamento alla normalità.

Già anni prima di cambiare carriera aveva incominciato ad occuparsi del funzionamento della scuola e delle novità che la riguardavano, impiego a cui ha deciso di dedicarsi a pieno cambiando ruolo e quindi approccio alla relazione con studenti e colleghi; sono stati proprio questi ultimi i primi ad incoraggiarlo, insieme alla famiglia.

Nonostante questo sia il suo quarto anno in dirigenza, è solo il primo in cui è tornato alle origini, alla scuola in cui per anni era stato insegnante di filosofia. Il trasferimento è seguito al pensionamento di Aluisi Tosolini, eredità di cui Cardarelli dice di non sentire il peso. A questa domanda, che gli hanno fatto in tanti,  continua a rispondere che è più un onore e una fortuna: prendersi cura di una scuola che ha sempre avuto un allenatore appassionato significa dirigere una squadra ad alto livello. 

Tra le due professioni, attualmente preferisce quella nuova; non perché abbia smesso di amare l’insegnamento quanto perché gli permette di essere più attivo nello sviluppo della scuola; la nostalgia del contatto con gli studenti e dello scambio di opinioni, però, si fa sentire, perché “insegnare è crescere insieme”.

Forse è proprio la nostalgia a portarlo a voler realizzare nella sua scuola l’idea di uno spazio condiviso ben al di fuori della singola aula. L’obiettivo è creare una “comunità di apprendimento” per formare i cittadini di domani, con l’idea che “ci si forma solo nella relazione”. Per farlo si deve passare tramite un ampio lavoro sulle competenze in ambito digitale – i metodi di apprendimento e comunicazione continuano ad evolversi – ma anche sulle capacità critiche degli alunni. Il nuovo non deve sostituire le forme tradizionali perché “il positivo nasce dall’equilibrio”.

In poche parole, l’obiettivo è una “scuola sinfonica” che trova la sua voce proprio nel suo indirizzo musicale: timbri e suoni diversi si fondono in un’orchestra, come ogni docente contribuisce muovendosi sulla propria progettualità. Allo sviluppo digitale, quindi, non bisogna dare più o meno importanza di quanto se ne dia al benessere dello studente o alla lettura dei classici.  preside cardarelli

A questo proposito, Cardarelli ci confessa di aver sempre richiesto di insegnare in istituti scientifici poiché ritiene che le grandi sfide del futuro – ambientale, bioetica, sociale, per citarne alcune – dipendano dalla fusione dell’ambito scientifico con quello umanistico. Studiare “la filosofia delle scienze”, integrando questa branca della filosofia nel programma, può essere un modo per coniugare gli studi scientifici, a cui si dedicherà all’università gran parte degli studenti del Bertolucci, con una riflessione profonda sulle motivazioni e sulle riflessioni che devono muovere il mondo matematico e scientifico. 

 

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