Caro ragazzo che non si preoccupa di affibbiarci questi complimenti, ti faccio notare una differenza: se pensi che sia bella, perché non lo dici anche davanti a mio padre? Se fischi convinto che sia divertente, come mai aspetti che sia sola, magari al buio, magari con la gonna corta?
Non mette a disagio anche te cercare di attirare la mia attenzione con un verso che funziona per i cavalli? Non ti passa neanche per la testa che, con una parola o un atteggiamento, tu, ancora socialmente più potente in quanto uomo, mi faccia sentire piccola, fragile e in pericolo quando, in realtà, sto camminando esattamente come te, nella stessa via, con gli stessi diritti?
Ti chiedi perché se guardi le strade passata una certa ora vedi la maggior parte delle ragazze al telefono? No, non tutte hanno davvero qualcosa da dire all’amica o alla madre, dà solo sicurezza sapere che nessuno avvicinerebbe una persona impegnata e di fretta. Se ti evito a tal punto da dover rimanere al telefono o tenere quelle inutilissime chiavi in mano per difendermi, forse, quello che tu chiami complimento non è poi così gradito. La cosa davvero preoccupante è che non solo tu li chiami complimenti, ma anche molte donne la pensano così, convinte di doverseli pure meritare…
Quando la smetterete di dire che il nostro è un atteggiamento vittimistico, che quelle verbali non sono molestie perché le parole non sono nulla di tangibile e incriminabile? Ti faccio notare che se non è successo nulla di perseguibile penalmente è solo perché manca una legge che tuteli da questo tipo di comportamenti, non perché il sentirsi ripetere certe frasi non porti a stare male quanto quello che voi definite molestia.
E poi non sono sempre solo parole.
Il clacson della macchina che riempite con troppi amici esuberanti il sabato sera: esiste un riflesso automatico che vi obbliga a fare quel rumore appena passa una ragazza che vi piace?
Se ho i pantaloncini corti non mi serve che mi fotografi da dietro: le foto me le faccio da sola quando mi sento bene a farle, non quando tu decidi che sarebbe un peccato se il tuo gruppo del calcetto si perdesse i miei pantaloncini.
Se mi hai vista e ti piaccio, sappi che non mi sono vestita così per te quindi i tuoi occhi, che continuo a trovare su di me ogni volta che mi giro per controllare se sei sempre lì, mi mettono a disagio. Se vuoi parlarmi fallo, deciderò poi io se rimanere o andarmene, ma non iniziare a seguirmi perché è proprio la possibilità di trovarsi in un vicolo sole con uno sconosciuto dietro a farmi pensare di tornare un paio di ore prima o di farmi accompagnare.
Anche le donne lo fanno?
Può capitare, personalmente però non ho mai visto una donna accostare e abbassare il finestrino per fare un apprezzamento gratuito e volgare. E se sei uno che sostiene che non tutti gli uomini facciano catcalling, impegnati a essere uno di quelli.
Cleo Cantù 4F