Surya Bonaly: il salto che nessuno osa

Surya Varuna Claudine Bonaly è un’ex pattinatrice su ghiaccio, cinque volte campionessa europea negli anni novanta. Seppur venisse considerata impeccabile a livello stilistico e artistico, non ha mai vinto i campionati mondiali di pattinaggio di figura, a causa del colore della sua pelle. Infatti la sua carnagione, secondo i giudici delle Olimpiadi Invernali del tempo, non le permetteva di rispettare i canoni di “principessa su ghiaccio”.

 


Surya nasce a Nizza il 15 dicembre del 1973 e viene adottata da una famiglia francese; la mamma, Suzanne, decide di trasmettere alla nuova arrivata la propria passione: il pattinaggio su ghiaccio. Così Surya inizia ad allenarsi con Suzanne, che diventa la sua allenatrice personale. Fin da subito la madre riconosce in Surya un talento senza paragoni. Infatti, la giovane vince per la prima volta, all’età di sedici anni, il titolo di campionessa francese di pattinaggio di figura, che resta a lei anche per i successivi nove anni. Ma la sua determinazione la spinge oltre, fino a vincere per cinque anni di fila la medaglia d’oro nel campionato europeo.

Tuttavia lei vuole di più. Sa di poter ottenere il risultato massimo e ambito da qualunque pattinatore: Surya vuole vincere le Olimpiadi. 

“Quando sei nera, tutti sanno che devi fare meglio di qualunque altra bianca. Così ho provato ad apportare alcune innovazioni – dice al termine delle Olimpiadi – ho provato a fare salti diversi, ma questa cosa non è stata accettata.”

Infatti, durante le Olimpiadi Invernali del 1998, Surya decide di entrare nella storia del pattinaggio su ghiaccio, eseguendo un salto proibito: il salto mortale all’indietro, con atterraggio su un piede. Questo salto non era mai stato fatto prima ed era vietato perché gli unici tre pattinatori, che erano riusciti a fare questa incredibile evoluzione, non erano stati in grado di atterrare su un piede. Sebbene il salto mortale sia, per definizione, un salto, nel pattinaggio non viene considerato come tale, e quindi non è valutabile, perché c’è la necessità di atterrare su due piedi. Così Surya decide di sfidare gli avversari, i giudici e la gravità, atterrando su un unico piede. 

Seppur non abbia mai vinto le Olimpiadi, Surya viene ricordata per la sua invidiabile bravura e cocciuta determinazione, oltre, ovviamente, al salto proibito, del quale, dopo circa 20 anni, ha ancora il primato. Questo salto ha preso il suo nome. 

L’importante nella vita, come nello sport, non è il colore della pelle o il proprio sesso, ma ciò che si trasmette e il segno che si lascia. Surya ha vinto la sfida più importante: non si è mai lasciata abbattere dalle critiche ed è entrata nella storia. E adesso, tutti coloro che non la ritenevano all’altezza del titolo mondiale stanno cercando di insegnare il Surya Back Flip ai propri atleti. E nessuno è ancora riuscito a replicarlo. 

Alessia Naso

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