Come sarebbero le cose adesso se le favole fossero state scritte in modo diverso?
Provate a leggere una qualunque favola scritta in epoca rinascimentale e vi accorgerete della prospettiva con cui sono narrate. C’è chi sostiene che non sia un caso che i personaggi principali tendessero ad essere eroi che salvavano damigelle in difficoltà o ragazze messe in guardia dai pericoli. Quest’idea deriva da un’indagine storico-sociale secondo cui la lettura di romanzi di questo tipo era destinata alle donne delle famiglie altolocate che potevano immedesimarsi nelle protagoniste e fare buon uso degli insegnamenti che vi trovavano.
Viene spontaneo riflettere su quanto le favole abbiano sempre influito sul modo di pensare e di agire delle società e su come, cambiandone alcuni tratti, potenzialmente insignificanti, ma in realtà fondamentali, si potrebbe rivoluzionare la prospettiva con cui si guardano molte cose oggi: prima tra tutte la figura femminile.
Se nelle favole non fosse stato insegnato a Cappuccetto di evitare il lupo, ma al lupo di evitare Cappuccetto? Forse oggi non diremmo a una donna di non vestirsi provocante, ma spiegheremmo a un uomo che una gonna corta non è una richiesta di attenzioni. Gli diremmo che non c’è niente di sbagliato nel tornare a casa da sole la notte tardi, con ancora addosso l’odore di una bella serata.
E se la Bella non si fosse mai innamorata della Bestia? Forse oggi non riterremmo accettabile che ancora, in determinate realtà, esista il concetto di matrimonio combinato tra uomini e spose bambine, destinate ad essere inevitabilmente segnate da esperienze che dovrebbero essere sempre consenzienti.
E se Cenerentola non avesse dovuto competere con le sorellastre per il principe? Forse non avremmo la tendenza a screditare le altre ragazze sui social decidendo da una foto se una è troppo grassa, troppo magra, troppo bassa, troppo alta.
Se Raperonzolo non avesse dovuto gettare dal balcone la lunga treccia per farsi salvare dal cavaliere, ma fosse scappata da sola? Forse oggi nessuno riterrebbe corretto definire le donne “il sesso debole” o pensare che alcune attività siano più adatte ad un uomo rispetto che a una donna. Se certe storie non fossero state ritenute accettabili un tempo forse non lo sarebbero neanche oggi.
Noi non possiamo certamente – e neanche vogliamo – cambiare la trama alle favole, ma possiamo fare in modo che non vengano viste solamente come un ideale innocuo, leggendole con attenzione nei loro significati impliciti. Solo così, forse, non saranno più accettabili domani.
Cleo Cantù 3F