Voi da che parte state? Pigri che odiano le scarpe da ginnastica o sportivi tutti tuta e palestra? Se parliamo di camminata, lo sport che registra maggiori benefici, schierarsi non è necessario perché è stato dimostrato che non servono straordinarie doti atletiche per decidere di mettersi in marcia.
Una ricerca della London School of Economics sostiene che sia il miglior modo di mantenersi in forma: non serve né un posto specifico dove allenarsi né delle attrezzature particolari, solo tanta voglia di fare; quest’ultima deriva dalle sensazioni che camminare fa provare o che scaccia (autogestione e indipendenza o di liberazione dai pensieri negativi accumulati).
E questo lo sa bene Christian Cappello che ha percorso 4000 km a piedi dopo la tragica morte di Marta, sua moglie, e di suo figlio Leonardo, nel 2016. Marta è venuta a mancare mettendo al mondo il figlio ed è per raccogliere fondi a favore della ricerca riguardo la fibrosi cistica che Chris è partito a piedi con l’intenzione di percorrere 30 km al giorno, fermandosi in 212 tappe e visitando 27 centri di ricerca. Durante il suo viaggio è stato supportato psicologicamente da gruppi di persone (sconosciuti, malati, familiari e medici) che lo seguivano e facevano un pezzetto della lunga strada con lui, ma anche fisicamente ed economicamente da chi lo ha ospitato durante il suo pellegrinaggio. Lui stesso, precisando che non sarebbe stato un viaggio in solitaria, afferma: “Partirò con Marta virtualmente per mano e il mio piccolo Leonardo sulle spalle”.
Ma perché proprio la fibrosi cistica? Christian e Marta avevano l’abitudine di non farsi regali per Natale devolvendo una certa somma di denaro ad una onlus, diversa ogni volta, a nome dell’altro; per il loro ultimo Natale insieme avevano scelto entrambi un centro di ricerca per la fibrosi cistica. La cosa che ha sorpreso maggiormente Chris è stata la partecipazione degli stessi malati di fibrosi cistica alle sue marce, che di fatto avrebbero meno fiato degli altri per camminare, ma che più di altri vi hanno preso parte. Ad ogni modo Chris assicura che “chi aveva il passo più lento era sempre il primo perché non veniva mai lasciato indietro”.
Durante il suo viaggio, che di fatto supera l’ordinario, gli sono successe altrettante cose straordinarie: ha incontrato Papa Francesco dopo avergli scritto una lettera a cui non pensava di ricevere mai una risposta; un’altra volta, arrivato alle montagne abruzzesi, troppo stanco per continuare e sul punto di mollare tutto, un ragazzo che non conosceva ma che lo aveva seguito per buona parte del viaggio, gli diede uno schiaffo ricordandogli che avrebbero continuato la sua battaglia con o senza di lui.
E se per Christian camminare ha ridato senso alla vita, forse non è mai troppo tardi per indossare le sneakers e partire.
Cleo Cantù 1F