Saverio Nasturzio, Parma- Washington.

Ciao a tutti ragazzi, sono Saverio Nasturzio, un altro di quei pazzi studenti che hanno deciso di vivere per un anno in un posto sconosciuto, con gente sconosciuta, senza amici e, come ci si rende conto, senza sapere nemmeno tanto bene la lingua.

Il 10 agosto, alle 7 di mattina, la mia avventura è iniziata in un misto di paura e paura. Nessuno che io conosca,  alla mia età ha mai viaggiato così lontano da solo e, tantomeno, per così tanto tempo. Già i primi quattro giorni, in cui sono stato con ragazzi da tutto il mondo in un college a New York, ti inizi già a fare le prime idee, ti crei aspettative e sogni.

Non posso negare che il primo periodo sia stato difficile: il tuo fisico è stremato dal fuso orario, hai paura a metterti in gioco e senti la mancanza di casa. La mia scuola ha iniziato le lezioni il 5 di novembre, dandomi dunque tutto il tempo necessario per ambientarmi e chiarirmi le idee ed è stato un bel vantaggio.

Non mi soffermerò troppo sull’argomento educazione perché so essere già stato trattato e le cose sono sempre le stesse. Una cosa che voglio però sottolineare e che mi ha colpito è la visione di questo edificio chiamato “school”. Siamo abituati secondo la nostra cultura che la scuola è un obbligo, difficile e nasce per testare e mettere in difficoltà noi studenti. Qua ha un senso completamente diverso. Essa è il centro della vita di un ragazzo dalle elementari fino al college ed in media vi spende più di otto ore al giorno tra lezioni, club, sport e attività. Più sei attivo nell’ambiente e più hai possibilità di farti amici e ottenere premi. Come è già stato detto, lo studente non viene valutato solo con i voti (peraltro poco indicativi), quanto invece con tutti gli extra credit che può ottenere partecipando e facendo lavoro extra. E se poi comunque non avessi i voti che ti aspetti, hai diverse opzioni per rimediare.

Anche lo spirito scolastico è decisamente diverso dal nostro. La competizione tra scuole vicine è decisamente alta, spronando i ragazzi e l’ambiente ad evolvere e continuare a migliorare. Durante le partite di football, per esempio, le scuole si sfidano non solo sul campo, ma anche per chi ha le migliori cheerleader o la banda più brava. Il tutto comunque in un ambiente pacifico.

Una altra delle cose che più mi ha sorpreso è stata la accoglienza e in generale il carattere delle persone. Sono passati tre mesi ed ancora non ho sentito male risposte, prese in giro o bullismo. Al contrario, vedo una comunità molto unita e che si oppone a questi fenomeni, che esistono, ma che sono comunque meno frequenti di quello che si crede. Questa è una comunità dove non fatichi ad entrare e dove tutti sono pronti ad aiutarti e a sostenerti. Il personale scolastico non prevede solo preside, bidelli e insegnanti, ma abbiamo anche psicologi, addetti alla sicurezza, addetti ai bus ecc. Tutti gli insegnanti si fermano dopo scuola per studiare con gli studenti, aiutarli ad alzare i voti e per qualunque difficoltà, hai un counselor a cui rivolgerti.

Tutto questo dimostra quanto qua si venga educati in un clima sereno, genuino e amichevole, dove puoi venire a scuola in ciabatte (c’è gente che lo fa) e non vieni giudicato, perché non importa quello che fai o quello che pensi. Tutti sono amici di tutti e sono molto aperti anche con chi è nuovo, cercandolo di aiutarlo ad integrarsi.

Ogni giorno che passa riesco sempre ad immedesimarmi di più e sono pronto a prendere tutto ciò che questa esperienza potràa darmi. Un grande saluto a tutti i miei compagni di scuola e alla mia cara 4E, alunni e insegnanti.

Saverio

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