Trump: un passo falso dell’America

Quando a scuola ci chiedono di scegliere il capogruppo ci dicono che la persona più indicata è quella che possiede una mente aperta e disposta ad ascoltare senza giudicare; una persona capace di mettere gli altri prima di se stessa, con idee precise e disposta ad impegnarsi per prima nell’affrontare le sfide.
Eppure quando si tratta di eleggere un presidente sembra quasi che i requisiti vengano capovolti. La nuova trovata dell’America è un uomo troppo anziano per conoscere i bisogni delle nuove generazioni, che quando gli si parla del futuro del paese sa solo ribattere elencando i suoi interessi e che per risolvere i problemi riesce solo ad usare i soldi.
Un uomo condannato per 34 diversi capi di imputazione.
Un uomo che nega il cambiamento climatico.
Un uomo razzista, come dimostrato nel 2011 quando sostenne la teoria del complotto “birtherism”, affermando che Barack Obama non fosse nato negli Stati Uniti e che il suo certificato di nascita fosse falso. Nonostante Obama avesse già mostrato il suo certificato, lui continuò a sollevare dubbi, cercando di delegittimare il primo presidente afroamericano. Questa campagna fu vista come un tentativo razzista di mettere in discussione la legittimità di Obama.
E non solo.  Più volte ha affermato, e in diverse situazioni, che considerava le donne come nulla più di belle ragazze, tradendo la moglie più volte e finendo per pagare il silenzio della pornostar Stormy Daniels per evitare di influenzare in modo negativo il risultato delle elezioni. E’ anche stato condannato per abusi sessuali verso la scrittrice Jean Carroll, nel 1996, il che lo rende il primo presidente degli Stati Uniti d’America con precedenti di abusi sessuali, per cui ha dovuto pagare una somma di diversi milioni di dollari. Ha anche provato a negare alle donne il diritto dell’aborto, addirittura affermando che le donne che prendono questa decisione dovrebbero essere punite dalla legge in modo grave.
Un uomo che dovrebbe essere in prigione a pagare per i suoi crimini, ma che, essendo stato eletto presidente, avrà diritto all’immunità legale, annullando così tutte le accuse nei suoi confronti. Questo solleva domande sulla giustizia e sull’abuso del potere, temi che possono essere influenzati dalla politica e dall’educazione negli Stati Uniti.


I dati sui voti presidenziali americani mostrano un’interessante correlazione tra il colore degli stati e il livello di istruzione della loro popolazione. Gli Stati rossi, che tipicamente votano per il Partito Repubblicano, tendono ad avere un livello di istruzione più basso, mentre gli Stati blu, che votano per il Partito Democratico, tendono a mostrare un livello di istruzione più elevato.
Questo politico continua a rifiutare il risultato delle elezioni presidenziali del 2020, nonostante le numerose verifiche che hanno confermato la vittoria legittima di Joe Biden. Dopo aver perso, ha avviato una campagna per cercare di “ribaltare” il risultato, diffondendo teorie del complotto sul voto fraudolento, chiedendo alle autorità statali di cambiare i risultati e cercando di annullare i voti legittimi.

Questo comportamento ha portato ad un contrasto netto nel popolo americano, tra quelli che lo sostenevano e quelli che non erano affatto d’accordo con le sue idee.
Nel 2024 si è ripresentato alle elezioni presidenziali con lo slogan “Make America Great Again”, già utilizzato nella sua campagna del 2016, per cercare di riconquistare la Casa Bianca. Ma è davvero accettabile che una persona con il suo passato possa avere la possibilità di essere candidato per la più alta carica di governo in America?
La sua leadership è spesso fonte di divisione, ma continua ad avere molti seguaci. Questo ci fa pensare a quanto la politica possa influenzare le persone e a come spesso sembra che i politici non si assumano davvero le loro responsabilità, facendo sentire tante persone deluse dal sistema democratico.
La sua elezione può essere spiegata da diverse teorie, molte delle quali coinvolgono elementi di sfiducia e paura. Tra le più diffuse, c’è quella del “deep state”, in cui è visto come un outsider che sfida un sistema politico occulto. Inoltre, ha sfruttato le paure legate ai cambiamenti demografici e all’immigrazione, promuovendo un ritorno a un’America percepita come “bianca” e tradizionale; ha anche utilizzato le teorie del complotto, alimentando la narrazione di un sistema manipolato e sfruttando i social media per bypassare i media tradizionali. La sua promessa di restituire potere al popolo, in particolare agli elettori delle zone rurali e industriali, ha avuto un forte impatto su chi si sentiva emarginato dalla globalizzazione.


Donald John Trump, questo è il suo nome, il nome dell’uomo che l’America ha eletto per la seconda volta come suo presidente, o possiamo anche vederlo come l’ennesimo passo falso dell’America.

A scuola ti fanno studiare il passato con la speranza che conoscendolo non ripeteremo gli stessi errori in futuro, alla fine però l’ignoranza e la paura rischiano di avere sempre la meglio. Non è una colpa, finché non diventa una scelta.

Alice Codispoti 3E

foto: ansa

Può interessarti...