Heaven to a Tortured Mind
ARTISTA: Yves Tumor
GENERE: New Soul, Rock Psichedelico, Art Rock
DURATA: 12 canzoni, 36min 29sec
DATA: 3 Aprile 2020
Da un passato come produttore di artista elettronica, con questo album, Heaven to a Tortured Mind, il giovane Yves Tumor si lancia nel mondo della musica come una grande rock-star, fortemente ispirata dagli anni 70-80, mentre nel lato estetico soprattutto dal glam rock e dal punk, fortemente sexy e androgino. Questo progetto è infatti un trampolino di lancio a suon di rock psichedelico, pop-rock e, a tratti, qualche influenza di soul ed elettronica.
Il brano inizia proprio con Gospel for a New Country, dove troviamo sample di sassofoni, che si mischiano con un’orecchiabile linea di basso e chitarre distorte punk-rock, mentre Yves Tumor si mostra folle e arrogante, cantando come una rock-star anni 70.
Nel brano successivo, Medicine Burn, sintetizzatori e chitarre psichedeliche vengono ingoiate da un vortice di suoni industriali, come se Yves Tumor stesse cadendo con la sua musica nell’Inferno (sono infatti diversi i riferimenti al satanismo nel brano).
Uno dei brani di spicco che ha portato l’artista alla fama è sicuramente Kerosene!, brano dalle grandi influenze psichedeliche e art rock, dove collaborano Yves Tumor e Diana Gordon, in una canzone d’amore con dirompenti assoli di chitarra elettrica, donandoci 5 minuti di musica emozionante e travolgente.
Mentre in Romanticist troviamo una breve ma intensa ballata psichedelica inquinata da suoni aspri e distorti, in Dream Palette le influenze industrial e punk-rock sono sicuramente più preponderanti, dove un basso e una batteria distorti dominano la scena, sovrastando il coro di voci di Yves Tumor.
Alla ballata profonda minimale Super Stars succede il breve ma molto interessante brano di elettronica sperimentale Folie Imposée.
L’album si chiude con una dolce e atmosferica ballata, A Greater Love. La voce di Yves Tumor, affogata nel chorus, in secondo piano, accompagna perfettamente i dolci sintetizzatori, la batteria irregolare e dei brevi accenti di chitarra elettrica, che accompagnano l’intero brano.
Heaven to a Tortured Mind è un progetto sicuramente molto interessante, che riesce a prendere spunto dal passato, ma trasformare le influenze in qualcosa di unico, folle e travolgente. Un ascolto sicuramente perfetto per chiunque voglia approfondire il rock contemporaneo.
loveless
ARTISTA: my bloody valentine
GENERE: Shoegaze, Rock Psichedelico
DURATA: 11 canzoni, 48min 35sec
DATA: 4 Novembre 1991
CANZONE: loomer
Loveless fu il secondo album del gruppo irlandese My Bloody Valentine, il quale portò sulla scena musicale un nuovo genere che conteneva in sé i semi della corrente psichedelica mescolati con il sound dell’alternative rock, lo shoegaze; esso genera un’esperienza uditiva unica, capace di trasportare l’ascoltatore in un viaggio attraverso il suo inconscio tramite l’uso di riff monotoni e distorti di chitarre elettriche e a delle linee melodiche “sognanti”.
Sembra proprio essere questo infatti l’obiettivo di loveless, di far immergere così tanto la persona che essa si ritrova ad un certo punto a non riuscire più a percepire quasi la musica, da quanto è persa nei propri pensieri; in questo modo i 40 minuti dell’album scorrono rapidi, non facendo quasi notare lo stacco fra un brano e un altro.
Per riuscire a creare un tale effetto è necessario non poco talento e budget, come dimostrato dal chitarrista e compositore della band, Kevin Shields, che virtuosamente ha saputo sfruttare al massimo la leva del tremolo della sua chitarra elettrica, riuscendo a creare effetti allucinanti nelle sue canzoni; un esempio lo si trova nella traccia d’apertura, only shallow, in cui sembrerebbero suonare centinaia di chitarre assieme, quando in verità è solamente una.
L’album è pertanto considerato uno dei migliori della sua annata, e molti artisti come i Radiohead, gli Smashing Pumpkin e i Nine Inch Nails hanno dichiarato di aver preso ispirazione da quest’opera.
L’ascolto è consigliato a chiunque voglia approfondire il genere o a chiunque abbia voglia di sperimentare un questo viaggio attraverso i propri pensieri.
The Dark Side of The Moon
Autore: Pink Floyd
Durata: 10 canzoni, 43 min 35 sec
Genere: Progressive, Psychedelic Rock
Data: 1 marzo 1973
“The Dark Side of the Moon” dei Pink Floyd è uno degli album più iconici e influenti nella storia del rock. Rilasciato nel 1973, questo lavoro può essere considerato il manifesto del rock psichedelico ed ha segnato una svolta nella carriera della band che ha stabilito standard altissimi per la elaborata produzione musicale e la creatività. Il progetto è il più famoso e apprezzato della band e con circa 50 milioni di copie venduto si classifica come il terzo album più venduto di tutti i tempi.
Gli strumenti utilizzati sono svariati e la parte di ogni componente è estremamente curata e coerente con il resto della musica. I più utilizzati e riconoscibili sono i synth e la chitarra elettrica, segno distintivo di ogni canzone dei Pink Floyd, a cui David Gilmour (chitarrista della band) da un’importanza pari al cantato. A dare una struttura alla musica e a creare il ritmo sono Roger Waters al basso e Nick Mason alla batteria. A dare il tocco finale all’ambiente creato è Richard Wright con la tastiera, il coro e gli ottoni.
Già dal titolo possiamo intuire le tematiche dell’album: si parla infatti della parte più oscura e nascosta della nostra società e della nostra anima: i temi principali sono la moralità, il capitalismo, il tempo e la malattia mentale (facendo riferimento all’ex partecipante del gruppo Syd Barrett, che si allontanò da esso per dei disturbi psicologici).
La band ci porta in un viaggio alla scoperta della vita dell’uomo e della sua natura: l’intro, “Speak to me” inizia con i battiti del cuore del neonato uomo. In “Breathe (in the air)” nella prima strofa l’ascoltatore è esortato a godere della propria vita e di uscire dalla monotonia, nella seconda parte usando la metafora di un coniglio che viene ossessivamente spronato a continuare a scavare buche, viene esposto lo stress e l’ansia che la nostra società estremamente capitalista ci imprime, imponendo di produrre e consumare sempre di più.
“Time” è la canzone in cui si nota di più la capacità lirica della band, qui il tema è il tempo. Qui Waters riflette su quanto sia importante ogni momento della nostra vita e che non ne andrebbe mai sprecato alcuno, di questo ce ne accorgiamo quando siamo già vecchi vedendo il sole ,rappresentante la nostra vita, tramontare e cercando in tutti i modi di rincorrerlo, solo per vederlo affondare nell’orizzonte per rinascere il giorno dopo.
La canzone più celebre dell’album è “Money”. Essa tratta del potere del denaro e della sua influenza sulla società. Il brano ha un ritmo funky e una sezione di sax che si fondono con la voce del cantante Roger Waters per creare un’atmosfera intensa e allo stesso tempo riflessiva. Il testo esplora come il denaro abbia il potere di controllare le relazioni umane, di generare insoddisfazione e di creare divisioni tra le persone.
La canzone ha anche un messaggio più profondo, sottolineando come il desiderio smodato di denaro e la sua ricerca incessante possano portare a una vita vuota e insoddisfacente. Questo tema si estende anche all’album “The Dark Side of the Moon” come un intero, che esplora molte delle paure, delle incertezze e delle insoddisfazioni che affliggono l’essere umano.
L’album termina con “Eclipse” nello stesso modo in cui è iniziato: con il battito di un cuore che adesso gradualmente si spegne.
Per riassumere “The Dark Side Of The Moon” è un capolavoro non solo del rock ma della musica in generale, scritto da una delle band più grandi di tutti i tempi, un album che a mio avviso chiunque dovrebbe ascoltare almeno una volta.
– Samuele Argento, Filippo Carmeni, Alessandro Ferri