Rubrica Musicale – MUSICA ENERGICA

Outlandos D’Amour – Police

10 brani, 38 min 

GENERE: Post-Punk, New Wave

CANZONE PREFERITA: Roxanne

DATA: 2 novembre 1978

Sembravano davvero dei fuorilegge quei tre ragazzi inglesi, che ad intermittenza in un piccolo studio, pagato a fatica, registravano delle canzoni diverse dall’ordinario dei tempi: in una scena musicale in cui il rock tradizionale non rappresentava più una novità e le canzoni di tendenza assumevano toni spensierati, questo trio contribuì fermamente alla nascente corrente della New Wave; ciò che rese infatti i The Police un gruppo di successo fu l’abbinamento di testi profondi a una realizzazione musicale enfatica e straordinariamente coinvolgente. Questi tratti che poi avrebbero caratterizzato la loro produzione artistica, furono manifestati nel loro primo album Outlandos D’Amour, in cui con melodie ritmate simili a quelle del reggae, chitarre elettriche di derivazione punk e l’inconfondibile voce di Sting, trasmisero al pubblico i propri dilemmi sull’amore: già nella canzone d’apertura, Next to You, viene espressa la difficoltà dell’autore nella sua vita amorosa, in quanto la donna che ama è lontana da lui, provocando in lui un disagio interiore che continua in So Lonely dove vi è appunto riversata la solitudine e lo struggimento dell’innamorato. Si ha poi la celebre Roxanne in cui con tatto Sting parla a questa ragazza che si costringe a vendere il proprio corpo ricercando un piacere carnale che tuttavia non riesce a renderla davvero felice; viene quindi spronata dal cantante a convincersi che non deve lasciarsi trattare come un oggetto perché qualcuno disposto ad amarla davvero, senza vestito e trucchi, esiste e sembra essere proprio lo stesso Sting. Sebbene la canzone non tratti di una persona esistita veramente, fa sicuramente riflettere su una realtà che si poteva trovare nei quartieri a luci rosse delle città più popolate e sulla condizione di queste povere donne, viste come meri oggetti di piacere.

Nei brani successivi invece vengono approfonditi i temi della vulnerabilità di chi non riesce a trovare l’amore di qualcuno, in Hole in My Life, e di chi, in Peanuts, rimane invece eccessivamente attaccato ai piacere materiali; arriva poi Can’t Stand Losing You, altra canzone di successo, in cui si parla dell’amore furente di una persona che potrebbe portarlo anche a compiere un atto estremo.

Le ultime canzoni, Truth Hits Everybody, Born in the ’50s, Be My Girl – Sally e Masoko Tanga discutono invece di problematiche legate di più alla società nella sua interezza, criticando il positivismo delle generazioni passate e delle loro abitudini.

Questo album rappresenta quindi un’impresa pionieristica che portò al successo dei The Police, infatti è riconosciuto fra i migliori album di debutto della storia, ma in generale di tutta la New Wave che vide nei sui nuovi membri molti ispirati dai lavori di questo gruppo.

L’ascoltatore di oggi potrà rimanerne affascinato e non riuscirà a non farsi prendere dal ritmo.

 

SCARING THE HO3S – JPEGMAFIA & Danny Brown

14 canzoni, 36min 19sec

GENERE: Hip-Hop sperimentale, Elettronica

CANZONE PREFERITA: Fentanyl Tester

DATA: 24 Marzo 2023

Questo album è, a seconda di molti, il progetto più interessante dell’anno nel panorama hip-hop e underground a livello globale. Sperimentale, geniale, caotico, dal titolo frontato e provocatorio, SCARING THE HO3S è forse il capolavoro dei 2 artisti, che concepiscono un album che racchiude tutto il loro lavoro e le avanguardie che hanno apportato alla musica, e allo stesso tempo riesce a farsi apprezzare dalle masse. Infatti, JPEGMAFIA è l’artista di spicco dell’album, famoso sia per essere un grande rapper, ma anche un fantastico producer: innovativo, sperimentale e a dir poco geniale, riesce a stravolgere il genere dell’hip-hop destrutturandolo e interpretandolo a modo suo. Sin dal titolo sprezzante e ironico, i 2 artisti si autosabotano, presentando il loro lavoro come poco attraente, cacofonico e disorientante, che “spaventa le ragazze” (ovviamente, cosa non vera).

Il progetto affonda le sue radici nella web culture e nell’arte del sampling: infatti, SCARING THE HO3S è un grandissimo mix di hip-hop, trap, drum & bass ed elettronica sperimentale, dove il collante è per l’appunto il sampling geniale e caleidoscopico di JPEGMAFIA che, dalle vecchie pubblicità della Nintendo, a canzoni trap, fino a pubblicità giapponesi di imballaggi per la carne, inventa e compone strumentali da allucinazioni, che sono il vero e proprio fulcro di tutto l’album.

Infatti, come in ogni album alternativo e autoprodotto che si rispetti, il mix e il master sono appositamente fatti male in modo tale che la strumentale risalti rispetto alle voci. La voce acida di Danny Brown e i flow convulsi di JPEGMAFIA è come se affogassero in un vulcano imprevedibile di idee geniali e ad una ricchezza di suoni strabiliante.

Già dal primo brano, Lean Beef Patty, l’ascoltatore è buttato in un frullatore di musica e in 100 secondi ne esce stravolto, come se avesse sentito 5 canzoni contemporaneamente.

Nel turbine di caos in cui ci troviamo, tra i brani più interessanti sicuramente troviamo Garbage Pale Kids, dove da una vecchia pubblicità giapponese passiamo ad un rock acido e dissonante, sicuramente uno degli esempi massimi di caos e originalità all’interno dell’album.

Interessante anche il brano Fentanyl Tester, che con il Milkshake di Kelis, passa da un beat hip-hop alla drum&bass, per poi terminare con una convulsione glitchata completamente destrutturata della canzone originale e di un beat breakbeat.

Si tratta sicuramente di un album provocatorio e dissacrante, ironico e senza pretese, se non quella di dare fastidio, sia dal titolo sfacciato, sia dalla musica che è talmente tanto creativa da risultare a volte stancante. Nonostante ciò, si tratta di un progetto che è riuscito a portare a più persone la musica sperimentale e più complessa, e che porta con sé tantissima originalità sicuramente da elogiare. Consigliamo l’ascolto a tutti coloro che vogliono spingersi oltre ogni limite, vogliono qualcosa di nuovo e assolutamente particolare.

 

The Globe – Kid Yugi 

12 canzoni, 30 min 44 sec 

GENERE: Hip-Hop, Rap italiano 

DATA: 3 novembre 2022

CANZONE PREFERITA: Paradise Now 

Kid Yugi, pseudonimo di Francesco Stasi, è un rapper di classe 2001 nato e cresciuto a Massafra, in provincia di Taranto ed è un astro nascente della nuova scena italiana.

Nel 2022 avviene la sua esplosione, pubblicando a febbraio il singolo “Grammelot”. Il rapper inizia così a farsi conoscere dagli artisti e produttori ormai affermati della nuova scena italiana, come Tedua, Gue Pequeno e TY1, e riuscendo addirittura a pubblicare, a distanza di due mesi dall’uscita di “Grammelot”, il suo primo singolo, “Sturm und Drang”, sotto contratto Underdog Music e Virgin Records.

Poco tempo dopo esce il suo primo progetto, “The Globe”, composto da 12 tracce, 4 ospiti e 11 produttori, che gli permette di affermarsi a pieno nella scena italiana.

Il titolo di questo album trae spunto dal celebre teatro di Shakespeare a Londra, diventando così il filo conduttore dell’intero album.

Soffermandosi invece nel cuore di questo progetto, è possibile notare come alcuni titoli richiamano concetti arcaici come nel caso del brano d’apertura “Hybris”, la superbia tipica della tragedia greca, oppure strumenti relativi alla recitazione come il “Grammelot”, ovvero l’emissione di suoni senza senso ma simili a parole o discorsi al fine di ottenere un effetto comico, di cui il portatore sui grandi schermi è Charlie Chaplin, per poi essere ripreso dal drammaturgo Dario Fo, “Sturm und Drang”, movimento culturale nato nella seconda metà del XVIII secolo, “King Lear”, titolo che riprende la tragedia shakespeariana, fino alla traccia conclusiva intitolata “Il Ferro di Cechov”, di cui faremo un piccolo approfondimento.

Entriamo così nella personalissima rappresentazione teatrale di Kid Yugi; si apre il sipario e ad accoglierci in questo viaggio c’è “Hybris”, che ci catapulta in quello che sarà il topos ricorrente di questo album, la volontà di voler preannunciare la catastrofe.

Segue poi “Kabuki”, in cui il dramma tradizionale giapponese dalle maschere diventa metafora della rottura degli schemi, del voler eccellere su tutto e tutti scostandosi dalla tradizione, diventata ormai nauseante.

Nella parte conclusiva i toni iniziano a farsi parecchio pesanti, iniziatrice di tutto questo è la traccia n.10, “Paradise Now”, che rappresenta per l’artista un primo passo verso la redenzione dal suo passato, fatto di ombre e fantasmi che lo portano a sprofondare dentro sé stesso.

Segue poi “Il Filmografo”, in cui Kid Yugi ci parla di quell’amore, a cui teneva tanto,ma che purtroppo non viene corrisposto, portandolo così alla catastrofe interiore.

A concludere questo meraviglioso album è “Il Ferro di Cechov”.

 

Samuele Argento, Filippo Carmeni, Stefano Folli VF

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