Space Heavy – King Krule
15 canzoni, 44min 48sec
GENERE: Indie Rock, Psichedelia, Jazz
DATA: 9 Giugno 2023
CANZONE PREFERITA: Seaforth
Il giovane talento britannico King Krule torna silenziosamente ad inizio Estate con un album invernale e malinconico, uggioso: Space Heavy. Sicuramente uno dei lavori più interessanti pubblicati quest’anno, Space Heavy è l’album adatto da ascoltare in una giornata piovosa, fredda, nebbiosa, con il freddo che penetra le ossa. È un album emozionante, malinconico, solitario, è un freddo pomeriggio novembrino, è la costa nord europea sull’Atlantico, è la Luna che con la sua luce fredda illumina una notte autunnale. Ed è proprio il cosmo e la Luna che hanno ispirato il giovane Archy Marshall per realizzare questo progetto. L’artista è come se dimorasse in una Luna solitaria come il Piccolo Principe, in un freddo universo vuoto.
La dimensione che si crea con l’ascolto è quasi onirica, un sonnambulismo a suon di basso, chitarra e sax, che tuttavia diventa pesante, viviamo un “pesante vuoto”, come dice il titolo dell’album.
È forte il senso di smarrimento presente in questo album che, nonostante possa apparire monotono, buio, oscuro, sono proprio queste caratteristiche che gli conferiscono unicità. Questo intenso sentimento è dovuto alla situazione che vive l’artista, da poco padre e da poco trasferitosi a Londra, facendo i conti con un disorientamento dovuto alle sue nuove responsabilità e alla sua fama pressoché mondiale.
Questa dimensione di malessere, insicurezza fungono da pilastro filosofico sul quale si fonda questo album dal tono leggermente spento, aspro, come delle ventose lande d’inverno. Il progetto del giovane inglese è quasi un invito alla meditazione, ad abbracciare la malinconia e la nostalgia per affrontare i momenti difficili e di disorientamento spirituale.
Nonostante il fatto che emotivamente l’album rimanga pressoché stabile, per quanto riguarda la musica è abbastanza vario, come se Archy volesse affrontare lo stesso tema da più punti di vista e da diversi modi di esprimersi.
L’album passa infatti da brani più atmosferici e sperimentali come Flimsier, That is My Life, That Is Yours, Tortoise Of Indipendency, Seagirl o When Vanishing, a brani invece che strizzano l’occhio al post-punk, al blues e all’indie-pop, come Pink Shell, Seaforth, Hamburgerphobia, From the Swamp e la title-track Space Heavy.
Si tratta sicuramente di un album malinconico, riflessivo e nostalgico, sicuramente non adatto a tutti i giorni, ma penso che quella di King Krule sia estremamente apprezzabile in giornate fredde, vuote e nuvolose.
Cristi e Diavoli – Lovegang126
18 canzoni, 55 min 36 sec
GENERE: Hip-Hop, Hardcore Hip-Hop, Pop-Rap
DATA: 21 aprile 2023
CANZONE PREFERITA: Marciapiedi
La Lovegang126 è un gruppo musicale che nasce nel 2008 all’interno delle periferie romane, quelle stesse periferie che rappresenteranno per i nostri stessi artisti un’ispirazione da cui poter far musica.
Cristi e Diavoli è il primo progetto della Lovegang126 al completo, in cui tutti i membri si sono finalmente riuniti, anche se in una loro intervista rivendicano il fatto di non essersi mai separati, né tantomeno sciolti.
Il gruppo musicale, decide di portarci all’interno di un viaggio fatto di immagini crude, ed alcune volte violente; anche se la loro volontà di raccontare i fatti come realmente stanno, di voler evidenziare quello strato di squallore che grava sulle periferie romane, è la loro caratteristica predominante. Proprio per questo motivo l’album viene intitolato Cristi e Diavoli, è portatore dei sentimenti di quelle generazioni che vivono isolate, quasi come se non fossero considerate e tutelate dallo Stato stesso.
Questo progetto assume così le forme di quella che potremmo ritenere una denuncia sociale che avviene però all’interno delle barre dei brani.
All’interno di quasi tutte le tracce è possibile immedesimarsi nel malessere, generato da questa situazione, che caratterizza la vita di tutti gli artisti. Tra tutte le tracce quelle che rispecchiano particolarmente questa situazione sono 2: Marciapiedi, che rivendica il senso d’appartenenza ad una stessa comunità e Spacciasogni, in cui sono rappresentati una serie di ragazzi persi nella notte, quasi a voler incarnare lo Stato che di fronte a questa situazione è perso, un po’ come i ragazzi.
Per alleggerire questo album, che è portatore di tematiche “pesanti e di un certo calibro”, la Lovegang126 ha deciso di introdurre numerose tracce d’amore, prime tra tutte Marciapiedi. In questo brano due membri del gruppo, rispettivamente Ketama126 e Franco126 ci accompagnano all’interno di una loro storia amorosa finita male, raccontandoci i postumi, cioè le paura e le ansie che una rottura porta con sé, mentre Gemitaiz, un artista romano affermato ormai da tempo con il quale hanno deciso di collaborare, prende le sembianze di Virgilio, che li guida verso l’uscita da questo calvario.
Questo è l’album della Lovegang126, un progetto che è in grado di farci riflettere su innumerevoli tematiche e consiglio caldamente l’ascolto a chiunque voglia realmente immedesimarsi nella vita di una persona di periferia.
Mezzanine – Massive Attack
11 canzoni, 63 minuti
GENERE: Trip Hop, Elettronica
DATA: 1 gennaio 1998
CANZONE PREFERITA: Teardrop
“Mezzanine” dei Massive Attack è un viaggio sonoro avvincente attraverso le profondità dell’atmosfera musicale, un album che ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama della musica elettronica. Pubblicato nel 1998, questo capolavoro ha segnato un punto di svolta per il genere, mescolando abilmente elementi di trip hop, rock ed elettronica.
L’album si apre con la traccia iconica “Angel”, caratterizzata da un beat potente e oscuro che crea un’atmosfera intensa fin dal primo secondo. La voce inconfondibile di Horace Andy si fonde perfettamente con l’oscurità della produzione, creando un’esperienza sonora unica. Seguono brani come “Risingson” e “Teardrop”, quest’ultimo noto anche per la straordinaria voce di Elizabeth Fraser dei Cocteau Twins. La sua performance emotiva aggiunge un elemento di vulnerabilità all’album, contrastando con la robustezza delle tracce circostanti.
La sperimentazione sonora è evidente in brani come “Inertia Creeps” e “Teardrop”, dove i Massive Attack dimostrano la loro maestria nell’uso di campionamenti e strati sonori complessi. La produzione è un crossover, ricco di dettagli intricati che si svelano gradualmente ad ogni ascolto successivo. Ogni traccia sembra un viaggio autonomo, ma l’album nel suo insieme è una coesione di suoni e emozioni, come un romanzo concettuale musicale.
La scelta di intitolare l’album “Mezzanine” sembra essere una rappresentazione perfetta del suo contenuto; un luogo intermedio tra realtà e sogno, tra luci e ombre. È un’opera che sfida i confini musicali, introducendo un sound che ha influenzato generazioni successive di artisti.
In conclusione, “Mezzanine” dei Massive Attack è un’esperienza sonora che trascende il tempo, una fusione di suoni e emozioni che continua a catturare l’immaginazione degli ascoltatori anche dopo anni dalla sua pubblicazione. È un classico intramontabile che ha contribuito a ridefinire il panorama della musica elettronica e che merita di essere esplorato e apprezzato da chiunque ami l’arte della produzione musicale.
Samuele Argento, Alessandro Ferri, Stefano Folli VF