Quanto vale una vita? Chiunque direbbe che la vita è inestimabile eppure ci sono situazioni economiche in cui anche la vita ha un prezzo. Vale il prezzo di una sciarpa, di una tazza, di un pandoro? Questi sono gli articoli che vengono proposti sui tanti shop solidali delle maggiori ONG il cui ricavato serve a sostenere la ricerca o l’assistenza a tanti bambini e alle loro famiglie. Sì, gli stessi bambini di quelle pubblicità che facciamo finta di non vedere in televisione perché sentirci impotenti fa male. Comprando uno di questi oggetti si possono garantire cure mediche e alimenti a più o meno bambini per un periodo di tempo più o meno prolungato.
Un miliardo e trecento mila dollari garantirebbero la vita per un altro anno a 800’000 bambini africani.
E noi quando li abbiamo mai visti un miliardo e trecento mila dollari?
Noi forse non riusciamo davvero a vederli, ma pensate che Elon Musk con la sua villa da 4 milioni potrebbe mantenere tutti i bambini malnutriti in Africa per 3 anni, ma preferisce essere proprietario della casa in cui ha abitato Marilyn. La Fiorentina, con il suo valore di mercato di 170 milioni di euro, varrebbe 130 anni di vita per ognuno di quei bambini. Il jet privato di Bezos corrisponderebbe a circa 55 anni dei loro sorrisi. Siamo sicuri di voler vivere in un mondo in cui 55 anni di vita di 800’000 bambini valgono quanto un aereo?
Ma io non ho un jet, tu che leggi non possiedi una squadra di calcio e tua mamma non ha comprato una villa a Los Angeles. Però se state leggendo questo articolo disponente dell’accesso a internet, di un mezzo con cui accedervi, la corrente per caricare questo mezzo, il tempo per leggerlo, la capacità di leggerlo e nel farlo non vi si è annebbiata la vista perché negli scorsi tre giorni almeno un pasto lo avete consumato.
Nessuno di questi bambini ha accesso ad internet, o vive in luoghi dove può mangiare e scaldarsi comodamente, andare a scuola, nessuno di questi bambini ha mangiato un vero pasto negli ultimi tre giorni. Il suo pasto dipende dalle nostre donazioni, la sua salute anche.
Com’è possibile scegliere quanto vivrà quel bambino, per quanto non dovrà avere i crampi della fame o fin quando sarà protetto dallo streptococco? Com’è possibile scegliere se pagare i vestiti a un bambino o proteggerne tre dalla meningite? Cos’è più grave, il freddo, la fame, la salute?
Non pensate però che questo tipo di difficoltà sia presente solo in quelli che per decenni sono stati declassati a “paesi del terzo mondo”. Anche chi, in apparenza, ha tutto, spesso, avrebbe bisogno di più fondi, più attenzioni per vivere la propria vita in modo degno, più speranza: dicono che respirare non costi nulla, ma chi soffre di insufficienza respiratoria deve essere in possesso di un apparecchio per la ventilazione meccanica; dicono anche che correre possa solo che far bene, ma se per correre ti serve una protesi di qualità devi comprartela; dicono persino che dormire sia la soluzione a tutto, ma se soffri di paralisi del sonno, depressione o di un disturbo della personalità la risposta a tutto diventano i farmaci e le sedute in terapia, tutt’altro che gratuite.
Per parlare in cifre un ventilatore polmonare può costare fino a 3000 euro, una protesi 2000, se si è stati amputati solo dal ginocchio in giù, e per una seduta in terapia non si scende sotto i 70 euro l’ora.
Come noi non abbiamo mai visto quel milione, la maggior parte di queste famiglie non ha mai ricevuto uno stipendio che possa effettivamente far fronte al prezzo delle visite private, dei macchinari, degli aiuti che la sanità pubblica non arriva a coprire.
Anche se è vero che la tecnica del “Ognuno secondo le sue capacità, a ognuno secondo i suoi bisogni” non ha funzionato troppo bene, chissà che oggi non possa funzionare almeno in ambito sanitario: doniamo l’euro che ci chiedono le pubblicità, contribuiamo alle raccolte dei materiali per i paesi in guerra, attribuiamo alla ricerca la visibilità che merita, restiamo vicini a chi non riesce a sostenere le proprie esigenze fisiche, abbattiamo insieme il prezzo della sanità.
“La salute non è tutto, ma senza salute tutto è niente” Arthur Schopenhauer
Giornata mondiale della salute
Foto di UNICEF e MOM