La Convenzione sui diritti del 1989 recita che i minori hanno diritto alla vita, nonché diritto alla salute e di beneficiare del servizio sanitario, hanno diritto di esprimere la propria opinione. Se lo dice la Convenzione io ci credo, ma a me, la mia opinione quando hanno iniziato la guerra, non me l’hanno mica chiesta. Io sono Majdy e abito in Libia, dove dal 2014 gli adulti si fanno la guerra. Non mi intendo di guerra dato che ho solo sette anni, ma ho capito che certe cose qui non ho il diritto di farle o di riceverle…
Ad esempio io e i miei amichetti il diritto alla vita lo conosciamo solo per sentito dire: le nostre mamme ci dicono che, visto che noi siamo bambini, abbiamo diritto di crescere e diventare grandi grandi come i nostri papà. Io però, che non sono stupido, ho chiesto in giro e tutti mi hanno risposto che la Convenzione, nella nostra condizione, vale poco.
Quello che mi hanno detto è che tutti dovremmo poter continuare la nostra vita senza paura di morire per fattori esterni, ma, tutte le volte che ci viene a far visita qualcuno che non è abituato a posti come quello in cui abitiamo noi, come un giornalista o un fotografo, si stupisce di quanto sia facile morire per colpa di uno di quei giochini che in realtà sono bombe per bambini o essere picchiati se non si sta buoni buoni. E pensare che io mi stupisco del contrario…
Anche il diritto alla salute non lo conosco da vicino: l’altro anno mi sono ammalato e avevo tanta tosse e non stavo in piedi e un dottore è venuto a visitarmi, mi ha dato una medicina. Solo che poi ho attaccato la malattia al mio amico, ma io avevo finito la medicina e lui si è ammalato tanto, tanto più di me e… E mi è stato spiegato che non bastavano le medicine, quindi lui è andato a cercarle in cielo: spero le trovi presto perché non torna finché non le trova e già mi manca…
Per la possibilità di dire quello che penso sono preparato perché questo mi è stato spiegato già da piccolo, sì perché a sette anni da noi si è già grandi: si deve sempre dire quello che si pensa e farsi rispettare finché non arriva uno con le armi che ti dice cosa fare. Lui bisogna ascoltarlo, se no ti portano lontano lontano e chissà cosa ti fanno. Tanti papà e mamme sono stati portati via perché cercavano di proteggerci, come fanno gli animali con i loro cuccioli, con l’unica differenza che, come esseri umani noi dovremmo valere un po’ di più…
Che poi io sono fortunato e sono maschio, ma le mie sorelline hanno ancora meno possibilità di dire la loro: sembra che solo perché sono femmine abbiano meno diritti, ma questa è un’altra questione…
Adesso che ci penso è la prima volta che mi chiedono cosa pensi io dei miei diritti. In realtà questa parola neanche la conoscevo, me l’ha insegnata il signore dell’Unicef che poi vi racconterà la mia storia. Almeno così mi ha promesso. Qui ci promettono un sacco di cose: che quello che dico verrà scritto, che nessuno si farà male e che la guerra finirà. Almeno loro ci credono…
Il signore dell’Unicef viene dell’Europa. L’Europa, da quello che mi hanno insegnato a casa, perché io ho cinque fratelli e non tutti possiamo andare a scuola, è quel continente in cui tutti cercano di andare, ma spesso non entrano. Quindi, caro signore dell’Unicef, puoi chiedere ai presidenti dell’Europa di farli entrare senza tante selezioni? Perché tutti abbiamo dei diritti, giusto?
Immagini di Unicef