Boys will be… good humans

Smettila di piangere che non sei una femminuccia

Fai l’uomo

Che schifo lo smalto su un ragazzo

Sono solo frasi. Frasi su frasi che rafforzano la misoginia creando standard maschili irreali. Forse non sono poi soltanto frasi, ma l’indice di una cultura in cui l’uomo viene visto e vede sé stesso come dominante non potendosi mostrare debole o emotivo. Se poi questa necessità di nascondere le proprie fragilità si trasforma in veri e propri disturbi psicologici, la gravità del tema deve risultare evidente anche a chi ne nega la presenza nella quotidianità o la rilevanza all’interno della nostra società. 

Da qui l’espressione toxic masculinity per evidenziare quella mascolinità discriminatoria che esclude determinati caratteri dal concetto di virilità rendendola tossica. Diventa tossica se un uomo ritiene di non poter chiedere aiuto a una donna perché questo lo renderebbe inferiore e, in quanto uomo, sarebbe inaccettabile. Diventa tossica se basta un abito o una gonna perché un uomo venga considerato meno uomo. Diventa tossica se un ragazzino viene cresciuto senza abbracci da parte di un padre convinto di insegnargli ad essere forte.

Non si diventa forti tirando calci e pugni agli altri ragazzini perché è così che fanno i maschi e non si diventa uomini eliminando trucchi e lacrime. Uomini si diventa quando non si lasciano morire altri uomini in mezzo al mare, quando si smette di fischiare se passa una bella ragazza, quando i muscoli che usavi da piccolo per fare a botte li sostituisci con le parole, quando riesci a essere padre e non solo a generare un figlio.

Perché preferiamo insegnare a un bambino che per essere mascolino deve essere dominante piuttosto che insegnargli la parità di genere? Sì, la toxic masculinity è un fenomeno composto di tanti stereotipi, inevitabilmente in contrasto con femminismo e inclusione, che i bambini continuano a imparare dai genitori e che dipendono più da tradizioni, ormai antiquate oltre che inappropriate e assurde, che da una vera differenza biologica.

Non è allora giusto chiedersi perché continuiamo a difendere e sostenere, più o meno direttamente, certe ideologie? Cosa potrebbe mai capitare se un bambino volesse mettere il tutù anzi che le scarpette da calcio? Sarebbe così tragico se vivessimo in una società in cui supportiamo i bambini facendoli crescere sereni e non li opprimessimo con questa virilità tossica?

Cleo Cantù

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