Il muro è caduto.
È il 9 novembre 1989 e il muro è caduto.
Ora che si fa? Per anni hanno provato a convincerci che esistessero la Berlino di qua e la Berlino di là, la Berlino dei buoni e quella dei cattivi, la Berlino sovietica e quella dei tre settori. Ora c’è una sola grande Berlino e non sappiamo bene cosa farcene.
Veramente il muro c’è ancora, è stato abbattuto solo il pezzetto vicino alla porta di Brandeburgo. Tutti vedono che i mattoni sono ancora lì, austeri ma fragili, davanti a una popolazione stanca di essere divisa, lontana anche se vicina, nostalgica. Tutti vediamo che, una martellata alla volta, quel muro si può indebolire. E ritroviamo fratelli, amici, amanti. Tutti vediamo che le autorità stesse, difronte al fervore e alla speranza, non sono più capaci di distiguere la Berlino Est dalla Berlino Ovest. Niente più ordini, niente più proiettili, niente più separazioni.
Non c’è stato nessun annuncio, nessuna dichiarazione pubblica di volersi riunire per abbattere il muro. C’è stato solo un pensiero comune: il muro non ha più motivo di esistere. Come se l’avesse mai avuto…
E questo cantavamo mentre i giornalisti accorrevano consapevoli del fatto che quella sarebbe stata Storia, una nuova Storia, la nostra Storia. Grida, abbracci, musica, violenza. Violenza, sì, ma solo contro l’unica cosa più violenta di noi. L’unica cosa che ci aveva tolto il diritto di avere una famiglia da un giorno all’altro, che ci aveva tolto il diritto di guardarci negli occhi, di scambiare opinioni, l’unica cosa che per anni ci aveva tolto un’indentità comune e quel giorno ce la stava restituendo con gli interessi.
Quella del 9 novembre non è stata la distruzione di un’opera muraria, piuttosto l’instaurazione di un’opera civile. Quel muro, quel giorno, è stato demolito da un’intera società. Tutti vi hanno preso parte: uomini stanchi hanno brandito picconi, ragazzi speranzosi ci si sono seduti sopra guardando il futuro dall’alto, bamini curiosi lo hanno attraversato stringendo la mando a madri emozionate, anziani increduli lo hanno guardato cadere, soldati incerti hanno abbassato le armi.
Una società stanca si è messa in movimento, ma per cosa? Sicuramente non per vedere risogere quell’ammasso di mattoni e calce tra Stati Uniti e Messico. Sicuramente non per assistere allo smembramento di famiglie sulla soglia di quel mare d’acqua e speranze che chiamiamo Mediterraneo. Sicuramente non perché le persone ergessero pseudo muri persino dove non era il governo a imporlo, ma la sola differenza tra carnagione, lingua e religione, alimentata dall’ignoranza.
Se quel 9 novembre abbiamo mescolato i colori di BRD e DDR sulla carta tedesca, perché non possiamo continuare a mescolarci anche noi?
Cleo Cantù, 4F