Io non discrimino, ma…

Non discrimino, ma sei nato maschio o femmina? Non discrimino, ma vuoi fare la transizione “completa”? Non discrimino, ma la cosa dei pronomi mi confonde. Perché continuate a dire di non discriminare se dopo il “non” c’è sempre un “ma”?

È sempre bello dimostrare di sostenere che tutte le persone siano uguali, abbiano gli stessi diritti e che avere pregiudizi è sbagliato. Lo sarebbe di più se poi queste cose le pensassimo tutti davvero, perché è evidente che continuare a chiamare un ragazzo trans al femminile o sessualizzare una donna trans, vada un po’ contro questa idea di uguaglianza.

In Italia il percorso di transizione non è ancora così frequente e ben visto come in altri paesi del mondo, anche se sempre più ragazzi, crescendo, si accorgono di non identificarsi nel genere in cui sono nati.  Se questo succede è anche grazie all’informazione che rende i ragazzi di adesso più consapevoli del fatto che l’essere cisgender, parola in antitesi con transgender e quindi usata per definire chi si identifica con il suo sesso biologico, non sia una prerogativa dell’essere “normali”.

È proprio l’informazione stessa, però, che spesso finisce per risultare discriminatoria: ogni giorno, nel mondo, avvengono svariati omicidi provocati dalla transfobia eppure se ne parla davvero poco e, quando se ne parla, si finisce per sbagliare il pronome della vittima o, addirittura, col chiamarla usando il nome che le era stato attribuito prima della transizione, come nel caso della storia di Ciro e Maria Paola ( il fratello di lei provocò un incidente perché non accettava la relazione della sorella con un ragazzo trans).

Allo stesso modo insegnare che le gonne sono da femmina quanto le bambole, mentre i soldatini e l’azzurro sono da maschio rende difficile per un bambino manifestare le sue preferenze e capire da dove vengano la maggior parte delle proprie insicurezze, negandogli così un percorso che lo porterebbe ad essere chi sente di essere veramente. 

Non solo è necessario sensibilizzare i ragazzi, ma anche gli adulti, evitando così di sentire frasi come “non sembri trans” detta come complimento quando tutto è meno che complimento poiché aumenta l’idea che ci sia un solo modo giusto di essere trans oppure il classico appellativo “donna con sorpresa”. Troppo spesso infatti, non entrando in nessun modo a contatto con questa tematica, la generazione precedente rimane dell’idea che una ragazza trans sia semplicemente gay, che sia strano avere dei rapporti con una persona transgender o che si tratti di “ex-uomini e ex-donne”. 

Questo comportamento, è sicuramente un incentivo alla disinformazione poiché, se vieni cresciuto convinto che la transizione sia un cambiamento di genere e non un’affermazione di quello che già ti senti di essere, sarà difficile accettare un amico che ti chiede di essere chiamato con un altro pronome e per l’amico sarà difficile chiedertelo.

Oggi, 31 marzo, giornata della visibilità transgender, è più che mai importante rendere visibile chi generalmente è oscurato da pregiudizi e disinformazione, per abbattere questo muro discriminatorio che non ha ragione di esistere.

It is revolutionary for any trans person to choose to be seen and visible in a world that tells us we should not exist” – Laverne Cox

 

In foto in copertina Schuyler Bailar, ragazzo trans e attivista, di seguito in ordine di inserimento Layshia Clarendon, persona non-binary, Ciro Migliore e Maria Paola Gaglione, una lettera del TranSanta Project, progetto che si occupa di bambini che stanno attraversando la transizione e Laverne Cox, attrice, modella e attivista trans.

Cleo Cantù 3F

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