La sostenibilità – Tra PCTO e realtà

Da ottobre 2020 io e i miei compagni siamo stati coinvolti in un PCTO (e relativo ERASMUS) molto attuale, incentrato sulla sostenibilità in ambito cittadino. Fin da subito infatti ci è stata proposta la lettura dell’ “Agenda 2030”, tramite cui i vari Stati – specialmente Europei – hanno stabilito 17 obiettivi per un benessere socio-economico, politico e sanitario a livello globale. La caratteristica che immediatamente aveva destato la mia curiosità era il fatto

che si parlasse di uguaglianza non solo tra i singoli Paesi, ma soprattutto tra i diversi obiettivi, lasciando a intendere quale imprescindibile legame li unisca.  Con quest’idea abbiamo affrontato anche altri seminari sulla “città sostenibile”, in cui si è parlato principalmente dell’importanza del connubio ecologico-sociale. Non è stato difficile cogliere l’invito celato dietro ogni incontro: comportarsi  da cittadini attivi, non subendo i cambiamenti dannosi per l’ambiente e per noi stessi, ma piuttosto combattendoli.

La possibilità pratica ci è stata fornita proprio dall’associazione che, oltre al contesto educativo, si occupa anche della gestione di tali problematiche urbane a livello regionale: l’ARPAE. Così ci siamo ritrovati il 2 Marzo al Campus Universitario per la piantumazione di decine di alberi e arbusti. L’atto ovviamente aveva un forte valore simbolico, come ci hanno spiegato i  membri della stessa ente, che non hanno indugiato a riferirci anche quanto l’ Emilia-Romagna sia attiva nella preservazione delle aree verdi e del benessere cittadino.

Eppure nemmeno un mese dopo, il 29 Marzo, vengo a sapere che di fronte al mio condominio sono stati intrapresi dei lavori per l’innalzamento di un’antenna di qualche decina di metri per la digitalizzazione nazionale dovuta al crescente lavoro da remoto. Le mie considerazioni quasi patriottiche per la Regione, che si erano tanto accresciute tre settimane prima tra un colpo di vanga e uno di zappa, sono improvvisamente crollate: come è possibile che un impianto di tale portata possa essere collocato proprio di fronte ai balconi di numerosi stabili in un’area esclusivamente residenziale? E come mai nessuno ne era al corrente?

Il turbamento tra i condomini non si è fatto certo attendere e da qui hanno avuto inizio le ricerche che, oltre che a confermare l’incertezza sul posizionamento, nocivo dal punto di vista sanitario, hanno addirittura fatto emergere il ruolo della stessa ARPAE, che da grande attivista ora non sembrava essersi spesa a sufficienza per garantire la sicurezza: i danni che l’esposizione prolungata – e purtroppo obbligata –  alle onde potrebbe provocare sarebbero infatti molto maggiori rispetto al beneficio digitale a cui si aspira.

Proprio secondo quanto appreso dagli stessi rappresentanti dell’associazione tramite il PCTO, al di là di questa tragicomica contraddizione, ritengo che sia necessario agire immediatamente per spostare, anche di alcune decine di metri (comunque previste dalla normativa) l’antenna, bloccando il prima possibile i lavori, che invece stanno incredibilmente accelerando, quasi come una corsa contro il tempo (mai vista prima d’ora in una soporifera Parma primaverile).

Letizia Bruno 3^D

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