Salvatore Cimmino ha perso la sua gamba destra all’età di quindici anni per un osteosarcoma ma il suo primo incontro con l’acqua lo avrà solamente all’età di 41 anni, quando gli viene consigliato di nuotare. Nelle vasche che percorreva, elaborava dei ponti virtuali che dovevano servire a “connettere il mondo della disabilità con la società civile”. Da allora non si è più fermato e ha deciso di dedicare la sua rinascita alle persone disabili e alle loro famiglie, ad incoraggiarle e ad attirare l’attenzione sulle difficoltà quotidiane dell’inclusione di questi “invisibili”. Dal 2005 ha compiuto innumerevoli traversate a nuoto, nei mari di tutta la Terra senza l’ausilio di protesi, dallo Stretto di Messina al Canale della Manica, ma la pandemia gli ha fornito l’ispirazione giusta per realizzare un’impresa eccezionale: un giro d’Italia a nuoto di 14 tappe per un totale di 289 chilometri, dal 7 maggio al 9 ottobre, per portare la sua testimonianza ovunque sulla necessità di abolire barriere e frontiere.
Salvatore, negli anni, diventa anche amico di Hugh Herr, Direttore del dipartimento di Biorobotica del MIT di Boston, rimanendo affascinato dalla bioingegneria della riabilitazione il cui sviluppo è riuscito a garantire un dialogo con il nostro sistema nervoso senza fili: «Grazie a una caviglia bionica ho rivissuto la sensazione di poggiare il piede a terra».
Salvatore Cimmino ha ricevuto numerosi riconoscimenti ma il suo unico obiettivo è la promozione di una cultura dell’inclusività.
Simone Euripide 1T