SERATA D’INVERNO

Era una fredda serata d’inverno. Da dentro casa si sentiva il sibilante rumore dell’aria attraverso gli spifferi delle finestre. All’improvviso una luce accecante illuminò la stanza. Il bagliore aveva paralizzato il tempo per un secondo, un semplice secondo di vuoto che ti attraversa e ti fa salire un brivido gelido lungo la schiena. Di scatto mi girai per vedere quella terribile ma meravigliosa scena. Un fulmine aveva attraversato il cielo annuvolato e scuro della notte. Mi sono affacciata alla finestra, si sentiva l’odore di bagnato e di muschio che precede un temporale. Le foglie degli alberi si muovevano in tutte le direzioni, spostate da un vento turbinoso il cui rumore avrebbe spaventato persino la creatura più coraggiosa. Attraverso il vetro della finestra riuscivo a intravedere il mio volto: immobile, ghiacciato, perso. Per tutta la vita mi ricorderò questa immagine.

Corsi nella mia camera e mi accovacciai nel mio letto. Il freddo delle coperte mi aveva fatto rabbrividire ma quasi subito fu sostituito da un dolce calore che avanzava lentamente. Avevo chiuso gli occhi sperando di dimenticarmi di ciò che avevo visto. Di per se avevo solamente assistito a un semplice temporale, ma era stato il senso di paura, smarrimento e sconcerto che mi aveva colpito più di ogni altra cosa. Proprio come se il fulmine che avevo visto poco prima si fosse scagliato dritto nel mio petto e avesse trafitto il mio cuore. Pian piano avevo cominciato a sentirmi di nuovo al sicuro e protetta da un pericolo invisibile ma turbolento. Quella sera era una sera d’inverno come tutte le altre ma mi ha segnato come nessuna.

Gaia Barbieri

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