Perché nessuno resti indietro

“Leaving no one behind” (non lasciare indietro nessuno) è il principio chiave dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, principio che in questi mesi di pandemia diverse associazioni di volontariato della nostra città hanno cercato di rendere concreto. 

Tra queste realtà, molto attivo è stato Emporio, il market solidale con cui la nostra scuola collabora da diversi anni. Noi di 3A abbiamo incontrato virtualmente Giacomo Vezzani, presidente di Emporio Solidale, che in un’ora di dialogo intenso, appassionato e a tratti commuovente, ha raccontato come sono cambiate le attività del market a partire dalle prime notizie di casi di Covid-19 in Italia, verso la fine di febbraio, fino alla tanto attesa riapertura alla fine di aprile. 

Fin dall’inizio del lockdown è stato evidente che accanto alle famiglie già sostenute da Emporio stavano emergendo nuovi bisogni di aiuto, legati ad esempio a coloro che non ricevevano più lo stipendio a causa delle chiusure o agli anziani che normalmente frequentavano i centri diurni e che si ritrovavano improvvisamente soli senza possibilità di fare la spesa. Davanti a queste nuove esigenze, i volontari di Emporio hanno dovuto reinventare le loro attività. Quello che mancava in quei giorni, infatti, non era la disponibilità di cibo (anzi, il magazzino era pieno!) ma un modo sicuro per raggiungere le persone in difficoltà. Senza contare che molti dei volontari di Emporio erano over 65 e quindi sono stati “messi a riposo”, perché ad alto rischio di contagio. Grazie però alla nascita di una rete di solidarietà supportata anche dall’amministrazione comunale e dalla Protezione Civile, sono stati formati tantissimi giovani volontari (circa 600) che si sono occupati di portare la spesa a domicilio alle famiglie che ne avevano bisogno. 

Ad Emporio restava così il compito di preparare i pacchi spesa, aiutato in questo anche da un’azienda del territorio che ha messo a disposizione le sue linee di confezionamento, e di sensibilizzare le aziende alimentari e i privati a sostenere le iniziative solidali, ottenendo donazioni assolutamente generose. 

 

Accanto a Emporio, in prima linea è stata anche la Caritas Diocesana di Parma, che attraverso la sua presidente, Cecilia Scaffardi, ci ha confermato il progressivo raddoppio della richiesta alimentare, tanto che rispetto allo scorso anno, è stato registrato nei mesi di marzo e aprile l’aumento di circa 3.500 pasti presso la Mensa di Padre Lino, sottolineando come la maggior parte delle richieste sia venuta da persone e famiglie al di fuori del circuito assistenziale. È come se la pandemia sanitaria fosse diventata pian piano una pandemia sociale, con l’ampliamento della forbice tra chi ce la fa e chi arranca. 

Queste due testimonianze sono decisamente in contrasto con le immagini che tutti abbiamo ancora negli occhi degli scaffali vuoti nei supermercati della nostra città dopo la scoperta dei primi casi di Covid-19. Questi “acquisti da panico” hanno portato molte persone a gettare via grandi quantità di cibo, a causa dell’impossibilità di consumarlo in tempo, aumentando così ulteriormente lo spreco alimentare proprio nel momento in cui diventavano sempre più numerose le persone che si trovavano a vivere in situazioni di sofferenza alimentare. E allora, per concludere vorremmo fare nostro un interrogativo che ci ha posto uno dei nostri interlocutori: “Questa emergenza, che ci ha fatto sperimentare l’interdipendenza gli uni dagli altri e ci ha fatto sentire il peso dell’isolamento, ci sta facendo davvero passare dall’io al noi?” 

 

3A con prof.sse Chierici e Azzoni

 

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