W.K. Krueger, La natura della grazia, Neri Pozza editore
Durante la lettura del libro, ho trovato interessante l’espediente narrativo che consiste nel far raccontare in prima persona al protagonista i fatti accaduti in un’estate di quarant’anni prima . Questo permette a Krueger di mostrarci la storia da due punti di vista : quello del ragazzino ingenuo, istintivo, desideroso di sentirsi utile e di diventare grande, e quello dell’uomo che, con la saggezza portata dal tempo, rilegge gli avvenimenti e, soprattutto, i suoi sentimenti, in un modo completamente diverso da quando li ha vissuti , a mostrarci come ‘i racconti di ciò che accade nel passato dipendono dalla prospettiva da cui si osserva l’evento’ . Al libro ho associato così l’immagine di una clessidra, al fine di rappresentare lo scorrere e il passare del tempo , e per ricordarci come questo porti ciascuno di noi ad abbandonare, in un momento qualunque della nostra vita, il mondo dell’adolescenza e del divertimento per addentrarci in un mondo sicuramente più responsabile e ragionevole.
E’ questo quello che accade al protagonista del racconto : Frank, un ragazzo di soli tredici anni , sulla soglia dell’adolescenza , che nella terribile estate del 1961 , è costretto , di colpo, a diventare adulto, a trovare la forza per sostenere la morte della sorella Ariel e a cercare di capire un mondo che sembra essere andato a pezzi intorno a lui. Quello della morte è un tema di fronte al quale l’essere umano è impreparato : passiamo la nostra vita dedicandoci ed imparando ad affrontare situazioni di diverso genere, ma per questo momento non esiste una preparazione. Nella nostra società infatti, il tema della morte è un tabù, messo spesso da parte come se fosse un fastidio a cui l’uomo , attraverso la scienza e la medicina, deve trovare una soluzione. In questo contesto, il tema della morte , della perdita , della mancanza, assume un significato diverso a seconda di come ci si rapporta con le nostre nozioni e con noi stessi .
‘La natura della grazia’ benché abbia i tratti di un giallo, è ricco di grazia: come la grazia di chi sa di essere sopravvissuto al peggio ed è grato per un altro giorno al mondo, o “ la grazia terribile di Dio “ come viene chiamata da Frank ormai adulto che racconta in prima persona quelle settimane estive di tanti anni prima, in cui tutto era cambiato ed in cui viene messa a dura prova la fede in Dio. I personaggi del romanzo affrontano il tema della morte ognuno in modo diverso, proprio come faremmo noi.
C’è chi, come Ruth e Jake, se la prende con quel Dio che credevano potesse difenderli da tutto e chi, come Franck e il padre, si affidano a lui per poter affrontare la realtà in cui si trovano. Franck trascorre molto tempo a riflettere “ sul terribile prezzo della saggezza , sulla terribile grazia di Dio”. Nel libro, la colpa e la grazia costituiscono il filo rosso attorno al quale ruotano le vicende del racconto e che ci fanno riflettere sulla capacità dell’uomo di provare sentimenti contrastanti: nel romanzo tutti i personaggi si pongono l’obiettivo di rintracciare il colpevole pensando che solamente attraverso la scoperta dell’identità dell’assassino potranno nuovamente raggiungere una pace interiore. Uno di questi è Frank, il protagonista, per cui diviene un pensiero fisso trovare un colpevole, qualcuno a cui attribuire tutta la colpa e mettere fine al proprio dolore. E la colpa non solo di chi ha commesso uno sbaglio ma anche di chi avrebbe dovuto fare qualcosa ma non l’ha fatto.
Credo che nella vita di tutti i giorni ognuno di noi commetta errori e peccati . Sono convinta però che fondamentale sia riconoscerli e affrontarli. E’ nel finale che emerge un altro tema rilevante del libro: il perdono. Jake sottolinea che “trovare l’assassino non riporterà in vita Ariel “ e che è dunque meglio “lasciare tutto nelle mani di Dio”. Reputo che la strada del perdono sia una strada molto difficile da intraprendere e perseguire , ma credo anche che sia l’unico modo per lasciar andare qualcosa che ci impedisce di muoverci consapevolmente nella realizzazione di noi stessi e per riuscire a vivere pienamente con serenità . L’autore inoltre ci spiega che Dio è sempre vicino a noi , anche nei momenti più difficili e che il perdono è l’unica strada che permette il raggiungimento della grazia.
‘La natura della grazia’ è un romanzo che , nonostante narri vicende tragiche , lascia un barlume di speranza che, sono convinta, non ci debba mai abbandonare, ma anzi guidarci nella strada della vita .
Ludovica Pancaro 3B