Progetto Quasi: come l’ironia vince i pregiudizi (e i difetti)

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Oggi la società è colma di pregiudizi: viviamo con l’angoscia che, ovunque ci voltiamo, ci sia sempre qualcuno che giudichi il nostro aspetto in base a modelli poco realistici.

wired1Fabiana Rosa, nel settembre del 2010, realizzò di non voler più vivere in una società a senso unico e, colma di spirito di cambiamento, decise  di voler affrontare direttamente il problema e così il mondo ebbe la possibilità di conoscere l’associazione “Progetto Quasi“.

Il Progetto Quasi si basa sul recupero di animali disabili, anziani, quasi morti, “appena tiepidi e sull’orlo del trapasso”. L’associazione si occupa quindi di andare  a prendere dai canili gli animali che nessuno vuole più e che, senza il suo aiuto, sarebbero destinati a restare in una gabbia per tutta la vita. Dopo una serie di cure per le varie malattie che affliggono gli sfortunati pazienti a quattro zampe, i volontari si occupano di far adottare i cuccioli. Ogni cucciolo ha una storia interessante, unica nel suo genere, anche se il loro aspetto fisico potrebbe far allontanare i potenziali padroni.

Invece di puntare sul pietismo infatti, i volontari del progetto hanno deciso di optare per l’uso dell’ironia: sui profili social dell’associazione gli animali vengono “presi in giro” simpaticamente per i loro difetti che, nella realtà dei fatti, sono ciò che li rendono speciali.  I cani vengono chiamati con nomi simpatici e autoironici ispirati alle loro caratteristiche fisiche: cozza, cimelio,vaso cinese… Qualcuno potrebbe fraintendere questa strategia di comunicazione ma i dati danno ragione alle fondatrici: dopo oltre otto anni dall’apertura del sito, la pagina possiede oltre 110 mila follower, centinaia di condivisioni e altrettante quasi2adozioni.

Per ulteriori informazioni, curiosità o per accogliere un amico a quattro zampe particolarmente speciale potete visitare la pagina Facebook del ProgettoQuasi.

 

Nicolò Barbieri  e Sofia Righi

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