Black Mirror: il cervello e le dipendenze

Le dipendenze tecnologiche sono un tema molto attuale. Le classi terze hanno avuto la possibilità di approfondire queste problematiche durante un’Assemblea di Istituto in cui il dott. Silverio Zucchi, psicologo della scuola, ha illustrato il lato oscuro del progresso tecnologico partendo dalla visione di un episodio della serie televisiva “Black Mirror”, intitolato “15 milioni di celebrità”.
La serie è costituita da diversi episodi, ciascuno confezionato come se fosse un “mini film”, con personaggi e situazioni ogni volta differenti ma con un unico filo conduttore che li lega: le
conseguenze del mancato adattamento dell’uomo alla società tecnologica e le relative paure profonde che tutto questo provoca in lui. “15 milioni di celebrità” è collocata in un futuro non meglio precisato dove gli uomini pedalano continuamente su una speciale cyclette: l’energia fisica spesa nell’azione viene convertita in una serie di crediti grazie ai quali è possibile acquistare cibo, saponi, accessori per il proprio avatar e partecipare a talent show di grande successo. La tecnologia è utilizzata per favorire forme di controllo indiretto, sostenere e mantenere il conformismo sociale (occorre essere salutisti in opposizione alle persone obese, costretti a indossare divise gialle e chiamati con disprezzo “limoni”), incanalando anche i più timidi tentativi di costruire la propria identità, per esempio innamorandosi o creando delicati origami.
Al termine del film il dott. Zucchi ci ha illustrato brevemente un modello che potrebbe essere utile per comprendere il ruolo che alcune dinamiche di attivazione di differenti sistemi di regolazione emotiva presenti nel nostro cervello potrebbe esercitare nello sviluppo e nel mantenimento della dipendenza dalla tecnologia.
Secondo questo studio nel nostro cervello sono presenti tre sistemi di regolazione affettiva,
responsabili dei diversi tipi di emozioni che regolano e guidano il raggiungimento dei nostri scopi biosociali:
1. il primo sistema viene attivato quando ci sentiamo minacciati o stressati, e quando viene
attivato l’attenzione diviene selettiva in direzione del pericolo e vengono messi in atto una
serie di comportamenti protettivi (combattere, sottomettersi, fuggire, bloccarsi). Tale sistema
stimolerebbe la produzione di adrenalina e cortisolo;
2. il secondo sistema è il sistema di ricerca di stimoli e di risorse, responsabile delle emozioni
positive che motivano e guidano a cercare risorse per sopravvivere (piacere, orgoglio,
eccitamento) e segnalano quando gli scopi dell’individuo sono realizzati. Tale sistema è
responsabile della produzione di un neurotrasmettitore chiamato dopamina;
3. il terzo sistema, infine, è quello più direttamente connesso all’affetto e alla gentilezza e si
attiva quando ci troviamo a contatto con persone che ci fanno sentire a nostro agio. Tale
sistema è associato ad una serie di neuro-ormoni, come l’ossitocina e le endorfine.
In quale modo uno smartphone potrebbe influenzare alcuni di questi tre sistemi? Uno smartphone sempre acceso sottopone il nostro organismo ad uno stress continuo, lasciandoci costantemente in uno stato di allerta e stimolando quindi la produzione di adrenalina. D’altra parte però l’arrivo di una notifica stimola un meccanismo di ricompensa, che produce dopamina, sostanza che abbiamo visto essere legata al raggiungimento della soddisfazione. Le notifiche vengono infatti associate al piacere legato alla considerazione della nostra persona tanto che la loro assenza si può trasformare in un piccolo dramma. E il terzo sistema, quello che si attiva quando ci troviamo in presenza di persone che ci fanno stare bene? L’uso eccessivo dello smartphone potrebbe ostacolare l’attivazione di questo sistema, come se l’apprezzamento da parte di amici virtuali riuscisse a soddisfare il nostro bisogno d’approvazione cancellando insicurezze e fragilità, ma rendendoci dipendenti da essi ed in realtà molto vulnerabili a possibili critiche e rifiuti. Ma sarà davvero così?

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