Come ogni anno con l’8 marzo inizia il mese delle STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), mese in cui riflettiamo sui temi dell’uguaglianza e delle pari opportunità: molti infatti credono ancora che le ragazze siano meno portate per lo studio di queste materie. Quanto si sbagliano!! La prof.ssa Monica, insieme a un gruppo di studenti, ha pensato di contattare un’ingegnera italiana che ha studiato e studia ai massimi livelli queste discipline, fino a diventare rettrice nel 2022 del Politecnico di Milano: Donatella Sciuto. La ringraziamo di cuore per aver risposto alle nostre domande!
- Il suo percorso di studi può essere definito “lineare”? Ovvero, è sempre stata in grado di affermare con certezza la propria direzione in ambito scientifico/ingegneristico?
Prof.ssa Sciuto: No, ho scelto di studiare ingegneria solo all’ultimo anno del liceo, ma ai miei tempi la pressione per la scelta non era così anticipata come oggi: in Italia l’iscrizione all’università si poteva fare solo a settembre, dopo la maturità. Io avevo diverse passioni, ma alla fine la scelta è stata determinata dalla curiosità di come funzionavano le “cose”, in particolare quelle elettroniche. Ingegneria mi sembrava che rispondesse maggiormente ai miei interessi, mi avrebbe consentito di avere uno spettro ampio di conoscenze e non mi avrebbe precluso le scelte successive. Non mi sono mai pentita della mia scelta, benché i primi due anni all’università non siano stati semplici. La formazione che ho ricevuto mi ha consentito poi di continuare a studiare e ampliare le mie conoscenze anche in ambiti molto diversi.
- Dalla sua esperienza, crede ancora che ci sia un gender gap e può affermare che ci siano ostacoli per le donne che decidono di intraprendere percorsi scientifici? Se sì, come pensa che possano essere superati?
Il gender gap esiste nei fatti. In Italia le donne con un diploma universitario sono oltre la metà del totale. Ma su 100 laureate solo 16 intraprendono percorsi STEM. Una situazione che non si discosta di molto da quanto accade a livello macro. Al mondo solo un terzo degli iscritti alle facoltà STEM è donna, cosa che è perfettamente in linea con quanto accade nel nostro ateneo. Significa che ci sono ragioni profonde che limitano la crescita, che progredisce, ma con lentezza. Al Politecnico di Milano le ragazze che si iscrivono ad ingegneria, che dal punto di vista della parità di genere è il nostro nervo scoperto, sono quasi raddoppiate negli ultimi 10 anni. Un segnale importante, ma ancora insufficiente se pensiamo che rappresentano un terzo circa degli iscritti. Se andiamo poi ad analizzare i numeri, abbiamo luci e ombre: ingegneria biomedica e ingegneria dell’ambiente e del territorio sono in parità, mentre purtroppo ci rendiamo conto che esistono dei “fortini inespugnati”. Penso all’ingegneria meccanica, dove c’è una donna ogni dieci studenti circa. Non va meglio nelle aree dell’informatica o dell’aerospazio. Le carriere scientifiche scontano quindi il fatto che le ragazze sono poche e il sistema è ancora dominato dal mondo maschile. Io sono la prima rettrice dopo 160 anni di storia del Politecnico e spero che questo possa rappresentare il fatto che si può arrivare dove si vuole con l’impegno.
- Sappiamo che promuove attività STEM. Ci può spiegare cosa ha organizzato e sta organizzando l’università nello specifico? Di quali attività è più fiera e quali hanno avuto più successo? Crede che questo tipo di attività stia favorendo l’aumento delle iscritte?
Nel 2017 ho creato un progetto chiamato POP – Pari Opportunità Politecniche – con l’obiettivo di mettere in luce e attivare progettualità per l’inclusione di tutte le diversità della comunità politecnica, con 5 linee di azione: identità di genere, cultura, nazione e religione, orientamento sessuale, diverse abilità e benessere psicologico. Per ognuna l’ateneo promuove e organizza iniziative formative e servizi.
Abbiamo stanziato i fondi necessari per tutte queste azioni, dedicate sia agli studenti che a tutti coloro che lavorano al Politecnico. Per le studentesse, tra le misure introdotte, c’è il progetto Girls@Polimi. Si tratta di borse di studio volute dall’Ateneo, in collaborazione con le imprese, per sostenere le studentesse che nell’anno accademico successivo intendono iscriversi ai corsi di ingegneria con una bassa presenza femminile e che sono garantite per tutta la durata del corso di studi.
Infine, insieme agli studenti, abbiamo fatto un piccolo video per sfatare alcuni pregiudizi su donne e ingegneria, EnginHering https://www.youtube.com/watch?v=pGqE2B0bGLg&ab_channel=PoliMi
Ogni anno pubblichiamo il bilancio di genere dell’Ateneo, per illustrare la situazione del nostro Ateneo e le azioni che abbiamo intrapreso per supportare la riduzione del divario di genere, oltra ad avere un piano triennale di azioni definite e pubblicate (https://www.polimi.it/il-politecnico/chi-siamo/bilancio-di-genere-e-gep)
- Quali sono state le sue figure di riferimento femminili? E quali maschili?
Non posso dire di avere delle figure di riferimento specifiche. Ho cercato di imparare da tutte le persone con cui ho lavorato e dalle biografie che amo leggere. Una persona che mi ha ispirato al Politecnico e che mi ha anche sempre spinto a lavorare per la parità di genere è Amalia Ercoli Finzi, chiamata anche la signora delle comete, per il suo lavoro di ricerca in ambito aerospaziale. E’ stata la prima laureata in ingegneria aeronautica e ha sempre combattuto per la parità di genere nell’ambito della ricerca.
- Cosa pensa dei recenti casi in cui studenti universitari scelgono tragicamente di togliersi la vita, di fronte a percorsi universitari non positivi?
E’ un fatto tragico, a cui è necessario trovare un rimedio. L’università non deve essere un luogo competitivo, ma un ambiente in cui costruire relazioni, e crescere non solo in termini di competenze, ma anche a livello umano. Molte università hanno servizi di supporto agli studenti, a cui è possibile chiedere aiuto. Noi abbiamo un servizio di supporto psicologico, Polipsi, a cui ci si po’ rivolgere. Nel 2022 abbiamo avuto più di 1400 studenti che hanno usufruito del servizio, con sedute di psicoterapia individuale e di corsi esperienziali di aiuto. Il nostro obiettivo ora è quello di intercettare anche chi non ha la forza di chiedere aiuto, cercando di essere proattivi. Lo facciamo parzialmente analizzando i dati della carriera e offriamo agli studenti che individuiamo in fase di difficoltà un supporto, sia di tipo psicologico sia di tutoring per lo studio.
- C’è qualcosa che avrebbe voluto sapere prima di intraprendere i suoi studi e che vorrebbe condividere per dare un aiuto a tutte le ragazze che vorrebbero sviluppare carriere in ambito scientifico?
Quello che ho imparato solo al secondo anno di università, ossia lavorare in gruppo con i propri compagni di studio: la collaborazione e il confronto con persone diverse sono un fattore rilevante sia nello studio sia poi nella carriera professionale. Non lasciarsi scoraggiare dai fallimenti, perché da questi si impara di più che dai successi. Come dice un antico proverbio arabo “Non arrenderti mai perché potresti farlo un’ora prima del miracolo”.
foto dal sito Alumni Politecnico di Milano
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