17 Gennaio 2017: muore tragicamente Filippo Ricotti, studente della nostra scuola, a causa di un incidente stradale.
Una fredda mattina d’inverno Filippo si sta dirigendo, come ogni mattina, alla fermata dell’autobus. La poca luce ed un sorpasso azzardato gli costano la vita. La sua testa riccioluta non si vede più su quell’autobus, a scuola tra i corridoi, in campo con la maglia grigio-rossa che tanto amava… La colpa viene data fin da subito alla scarsa illuminazione, alla mancanza delle strisce pedonali e alla distrazione dell’autista. L’unica certezza è che l’impatto gli è fatale. La famiglia si mobilita perché non capitino più simili tragedie, ma devono passare due anni perché, oltre alle strisce pedonali e ai nuovi lampioni della luce, venga terminato un marciapiede a bordo strada, protetto da una recinzione per non causare ulteriori incidenti.
Finalmente un po’ di tranquillità sulla Massese? No! Nella notte fra martedì 23 e mercoledì 24 gennaio a Cascinapiano un altro pirata della strada sbanda a causa della neve e dell’alta velocità, nello stesso punto in cui Filippo era stato investito, rompendo la protezione e provocando ancora una volta scompiglio all’interno del comune langhiranese. A questo punto il problema non è più soltanto la strada, ma chi la confonde per una pista ad alta velocità.
I dati in merito agli omicidi stradali sono impressionanti: la media italiana è di 20 decessi al mese, causati da distrazione, alcol, sonnolenza, droga e l’elenco, purtroppo, è ancora lungo. Trovare una soluzione a tutto ciò sembra impossibile ma, se ognuno guardasse nel proprio piccolo, potrebbe davvero fare la differenza. Semafori, posti di blocco e autovelox sono la soluzione più semplice ma spesso non bastano: dovrebbe bastare il buon vecchio buonsenso.
Alessia Naso