14 febbraio.

sonnet-116

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sonetto 116

Non sia mai ch’io ponga impedimenti
all’unione di anime fedeli; Amore non è Amore
se muta quando scopre un mutamento,
o tende a svanire quando l’altro s’allontana.
Oh no! Amore è un faro sempre fisso
che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;
è la stella-guida di ogni sperduta barca,
il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza.
Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote
dovran cadere sotto la sua curva lama;
Amore non muta in poche ore o settimane,
ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio.
Se questo è errore e mi sarà provato,
Io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato.

                                                     -William Shakespeare

La soave sensazione di un profumo di rosa nelle narici, le ripetute contrazioni che il tuo cuore prova se vede quella persona, la bocca asciutta ormai a corto di parole, le ginocchia che fremono a corto di stabilità più emotiva che fisica, la frenetica serenità che si nasconde in ogni innamorato: 14 febbraio,  la stagione degli amori.

Fin dagli albori del tempo l’amore è stato trattato dai più grandi drammaturghi e poeti  con lo scopo di riuscire a catturarne lo spirito, le pene che esso causa, la solitudine che esso provoca. Nonostante gli  innumerevoli tentativi, nessuno è mai riuscito a formulare una definizione che valga per tutti, come come se fosse così soggettivo da essere indescrivibile, quasi irreale. E dopotutto non possiamo pretendere di comprenderlo in modo universale, considerando il fatto che ognuno di noi è cresciuto gestendo le proprie emozioni soggettivamente. Se poi pensiamo alle vite sentimentali dei personaggi letterari dell’Ottocento, possiamo notare che le loro vite erano del tutto differenti dalla nostra quotidianità. Per questo possiamo limitarci a dire che, anche se l’amore offre le stesse emozioni, ciò che rende l’amore unico e speciale è il modo in cui noi lo viviamo e il modo in cui noi reagiamo ad esso.

L’immagine dell’amore che ci arriva appena ne pronunciamo il nome è l’affetto, il dolore e il piacere che esso provoca. E questo  ci fa capire che la nostra idea dell’amore è in realtà ciò che proviamo unito alla persona per cui la proviamo. Ma anche qualunque  creatura vivente, che ti dia e che sappia ricevere affetto, che ti faccia sentire protetto, completo, che ti faccia diventare la versione di te stesso migliore che puoi diventare, è amore. Insomma: l’amore è indescrivibile, non si fa conoscere se lo vuoi conoscere,  lo puoi trovare in un qualcosa o in qualcuno, ma la cosa più importante è che quando arriva alla tua porta, ti rende completo e merita sicuramente la sua festa.

Sofia Righi 1E

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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