Le challenge, quando un trend diventa (troppo) virale

Dall’inizio del nuovo anno i casi di intossicazione sono stati almeno 39. Di cosa stiamo parlando? Del nuovo trend americano che, in poco tempo, ha invaso i social: si tratta semplicemente della “Tide pod challenge“, l’ingoiare capsule per il bucato, masticarle e, nel mentre, filmarsi o farsi selfie. Le Tide pods  erano già state citate nel 2013, quando circa 7mila bambini dai 5 anni in giù erano stati intossicati dalle piccole capsule, colorate come caramelle.

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Come mai questa challenge è diventata così virale? Come spesso accade, è partito tutto dai social e dai famosissimi meme pubblicati per la maggioranza su Twitter; si tratta di immagini divertenti, che dovrebbero prendere in giro qualcuno o qualcosa in modo ironico. Per le Tide pods è stato tutt’altro: hanno contribuito a diffondere questa “usanza” e ora decine di americani si trovano ricoverati  in centri Antiveleni.

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C’è comunque da riconoscere che la tide pod challenge si trova su un gradino più basso rispetto alla terribile Blue Whale challenge, che nel mese di maggio scorso ha invaso il social russo VKontanke:  una sfida mortale, che ha indotto ragazzi di tutto il mondo a suicidarsi. Si trattava di una sequenza (almeno 50) di regole da seguire, una specie di iniziazione che tre ragazzi russi hanno diffuso sui social: le prime sono molto semplici e tendono anche a rendere felice la persona che le compie, mentre pian piano evolvono in azioni che portano all’odio per la vita e per se stessi; infatti l’ultima “sfida” è quella fatale: salire su un palazzo alto e buttarsi giù. In Italia le segnalazioni sono state circa 120, ma nel resto del mondo sono state centinaia.

Non tutte le challenge devono per forza essere fatali, come l’Ice Bucket challenge, lanciata nel 2014 dalla ASL Association (Associazione statunitense contro la SLA). Una persona nominata viene filmata mentre si versa o gli viene versato un secchio d’acqua ghiacciata sulla testa; subito dopo invita, nominandole, altre persone a fare lo stesso. I partecipanti  hanno 24 ore per rispondere alla nomination e fare una donazione alle Associazioni di malati di SLA e loro familiari per sostenere la ricerca. Molti partecipati fra le persone “comuni”, ma anche numerose star, da Kim Kardashian a David Beckham, da Barack Obama ad Adam Levine. Nonostante la “doccia fredda”, la ASL, tra il 2014 e 2015 ha raccolto 115 milioni di dollari.

L’Ice Bucket Challenge di Obama

Merusi Arianna

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