La svolta femminista della LEGO

Ma lo sapete che nel 2019 gli omini LEGO saranno più di noi?

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Dal 1978 questi omini abitano le nostre case e l’ultima trovata dei creatori è la rappresentazione in miniatura delle donne scienziate della NASA. Questa nuova uscita della lego è una grande svolta perchè è un modo per allontanare gli stereotipi che separano i giocattoli da maschio da quelli da femmina. Da sempre molte bambine si sentono dire che non possono giocare con le macchinine ed a molti bambini viene detto che un maschio non gioca con le bambole. Questa distinzione è presente ormai ovunque, dalle pubblicità ai cataloghi di giocattoli, molto consultati da bambini e bambine soprattutto in questo periodo, dove giocattoli ben distinti sono suddivisi in pagine dallo sfondo rosa o azzurro. Per le femminucce si trovano bambole o giochi che imitano i lavori domestici, per i maschietti giochi scientifici. Questo ha ripercussioni anche sul mondo del lavoro, infatti non è un caso che le donne siano il 75% degli insegnanti, il 93% degli assistenti sociali e il 77,6% dei collaboratori domestici e che il 77% degli iscritti alle facoltà scientifiche italiane siano uomini. Enfatizzare la rigida distinzione tra “giochi per bimba” e “giochi per bimbo” non fa però che rinforzare rigidi stereotipi di genere nell’immaginario collettivo e trasmettere alle nuove generazioni una serie di vincoli e condizionamenti che ingabbiano la possibilità per bambine e bambini di crescere sviluppando creatività e talenti personali ed originali.

 

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Le donne scienziate della NASA hanno fatto molto; sia per la scienza che per bambine e ragazze, che grazie a loro possono immaginarsi un futuro diverso. L’idea di rappresentare queste scienziate come omini LEGO è stata ispirata ai creatori da Charlotte: una bambina di 7 anni che, con l’aiuto del padre, ha scritto una lettera all’azienda danese chiedendo di arricchire la comunità dei mattoncini con rappresentazioni meno stereotipate dell’universo femminile e ricordare alle giovanissime che da grandi potranno diventare tutto ciò che desiderano.

 

Sabrina Sassi e Laura Visioli 1^F

 

 

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