Resterà una riga nei libri di storia?

«Nei prossimi cinquant’anni, forse cento, quando noi saremo morti tutti, ci sarà appena una riga in un libro di Storia e sarà perché ancora i nostri figli parleranno. Poi neanche quello».

Con queste parole, pronunciate durante il “Festival dell’Eccellenza al Femminile” tenutosi a Genova nel novembre 2023, Liliana Segre, senatrice a vita e sopravvissuta alla Shoah, esprime la sua preoccupazione per il futuro della memoria. La senatrice, durante il suo discorso, ribadisce un concetto molto importante, cioè che ricordare non è solo un dovere, ma una necessità per impedire che gli orrori del passato si ripetano. 

La parola “memoria” nel nostro vocabolario presenta un duplice significato. Può riferirsi alla funzione psichica di riprodurre nella mente l’esperienza passata, oppure al ricordo collettivo di avvenimenti passati che, in un qualche modo, continuano ad influenzare il presente. La memoria dunque esiste grazie a chi tramanda la propria esperienza e, soprattutto, a chi la custodisce e la diffonde.

Perché allora, per Liliana Segre, è fondamentale ricordare ciò che è accaduto in passato, nonostante si tratti di eventi brutali per l’umanità? 

Proprio perché sono stati tali. La Shoah è uno dei capitoli più bui della storia italiana e non solo. Fu un periodo in cui le persone dimenticarono la propria identità e soprattutto in cui persero la loro umanità. Per questo che è fondamentale parlare, testimoniare: affinché ciò che è stato non venga mai dimenticato e non si ripeta mai più. 

I sopravvissuti, dopo un iniziale silenzio dettato dal trauma, hanno trovato la forza di raccontare: Primo Levi, Liliana Segre, Sami Modiano, le sorelle Andra e Tatiana Bucci. Questi sono solo alcuni dei testimoni che hanno trasformato il loro dolore in memoria condivisa. La loro più grande preoccupazione ora non è più raccontare ciò che è stato, ma assicurarsi che non venga dimenticato. E questo dipende da noi: ricordare, tramandare, educare. 

Le testimonianze sono già parte della storia. Basti pensare a tutto il repertorio letterario di Primo Levi, alle opere della stessa Liliana Segre e di Sami Modiano, agli articoli delle Sorelle Bucci sono pagine che rimarranno nei libri di storia. Ma non basta che esistano: dobbiamo leggerle, comprenderle e diffonderle. Solo così la memoria resterà viva e non svanirà. 

 

Irida Danga 4E

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