Un universo fragile quello dei nostri giovani. L’imperscrutabile luogo in cui molti ragazzi nascondono rassegnazione, apatia, sfiducia nel futuro, è off limits per noi adulti. Noi “adultescenti”,impegnati a consolare solo noi stessi, a costruire mondi possibili nei quali sentirci più realizzati; a sognare di raggiungere vette impossibili…
Di contro, giovani sconosciuti che scelgono di metter fine ad un tormento invisibile e insostenibile. Manca il coraggio di vivere, mancano gli strumenti per riuscire a sopportare inquietudini, dolori, lutti quotidiani.
Se n’è andato qualche giorno fa Lorenzo Pataro, 27 anni, giovane poeta calabrese. Ha lasciato solo un biglietto: “scusatemi”.
Una prima importante conferma Lorenzo, che componeva versi già da anni, l’aveva avuta nel 2023, guadagnandosi la finale del Premio Strega alla poesia. E poi, il dialogo vivo e quotidiano con il paesologo e poeta Franco Arminio, che gli ha dedicato un dolcissimo ricordo sul suo profilo social. L’angoscia di un futuro, che non si riesce a disegnare se non attendendo, pazientando, accettando la vita semplice del paese, ha condotto ad un epilogo inimmaginabile.
Il dramma, compiuto in pochi minuti.
Resta la sua poesia a raccontarcelo.
Amaro concludere che neanche la bellezza della poesia è riuscita ad alleggerire la sua anima delicata, provata dall’inverno silenzioso e rigido del paese. Che insegnamento trarre da questa ennesima sconfitta?
Mettiamoci in ascolto, non abbandoniamoli a questa societá performativa. Lasciamoli respirare, concediamo loro di essere se stessi, mentre cercano il proprio posto nel mondo.
Ciao Lorenzo, scusaci tu, perche non abbiamo saputo prometterti la primavera.
Prof.ssa Mele
Le foto sono tratte dal profilo IG di Lorenzo