Concorso di poesia: le opere vincitrici

Di coperta e aria

di Emma Marini, 1G

Sono di pelo nel bosco, di squame per il fiume,

sono la piuma impermeabile del merlo,

il biancospino la notte,

sono scoperta in frontiera.

Sono la pioggia sul finestrino del treno,

il treno,

il sasso lungo la ferrovia,

la sirena, il fiato,

la partenza e la ripartenza,

l’orlo sporco del passaporto,

il sonno a mancare.

Sono a mezz’ora,

la stazione bagnata,

il caffè slavato,

i piedi in una pozzanghera,

sono il vischio, il salmo,

la coperta in frontiera.

Sono aria.

 

 

 

Conoscere per conoscersi

di Squeri Giulia, 5B

 

E se

non avessi visto

il sole posarsi sull’immensità dell’Oceano Pacifico,

il mondo a testa in giù a Zrce Beach,

la mia migliore amica piangere in un pub Berlinese,

i colori della Sainte Chapelle a mezzogiorno,

un senzatetto svenuto davanti al Caesars Palace,

le pieghe del Grand Canyon strisciare come una serpe,

i cammelli a Lanzarote soffrire sotto il mio peso,

le lacrime di mio padre all’aeroporto.

E se

non mi fossi imbattuta

nell’impazienza di Sarah di fronte alla mia gentilezza,

nell’intraprendenza di Tomislava nell’affrontare lavoro giorno e notte,

nella generosità di Karim, che ha dato, pur avendo poco.

E se

non mi fosse mancato

l’abbraccio della mamma,

il profumo del basilico appena tagliato,

scoprire una cattedrale dietro ogni angolo,

 

chissà,

se io

sarei davvero io.

 

 

NAVIGO

di Daniele Minelli 3B

 

Navigo

sulle imprevedibili onde

dei miei giorni.

 

Dietro

una scia bianchissima

tracciata dai ricordi.

 

Davanti

le infinite possibilità del vivere

si perdono all’orizzonte.

 

Vivo cercando

la mia direzione,

non ha sentieri

il mare.

 

viaggIO

di Anita Marchetti 1M

 

Tutti ballano

coreografati dal fato,

mentre continui a ritenere

di non essere capace.

Tutti cantano,

urlano a caso,

ma tu cerchi di tener voce per canzoni mai dedicate

e parole mai pronunciate.

Tutti corrono per le spiagge mano nella mano,

con le dita intrecciate e i capelli tra le labbra,

mentre tu,*

tu ti autoritrai.

Ti autoritrai come sfondo per le grandi montagne,

colossali protagoniste nella scena.

Ti autoritrai contando i battiti di quando

hai varcato il confine,

tra il pensiero comune e il pensiero singolare.

Singolare e intimo come quel tramonto sulla riva del mare.

Lo vedevi solo tu cosi.

Ti ricordi quanti passi abbiamo fatto insieme per arrivare al lago?

A volte val la pena

rifugiarsi chissà dove

pensando a chissà chi.

Stare da soli e viaggiare.

Viaggiare lontano.

Lontanissimo.

Tra le foto del passato,

le paure future

e la stupidità del presente.

A volte la vera meta è sotto le coperte,

per rifugiarsi.

A volte è isolata dal resto del mondo,

per scappare

da una realtà troppo veloce.

Il vero ritratto per cui lotti è quello più distante dal “tutti”.

Il vero viaggio di cui hai bisogno non è

quello instagrammabile,

ma quello in cui ti rivedi.

Non con un nuovo io,

Ma un vecchio io, che si riaffaccia con occhi da bambino.

Che sia sofferente o felice,

io ti presento:

Sei tu.

Lontano da ogni condizionamento e censura.

Un intero viaggio,

Lungo o corto che sia,

solo per capire e comprendere quell’immagine allo specchio.

 

 

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