Avantgarden – Avantgarden, Azzurro Elettrico Fluido
7 canzoni, 25min 6sec
GENERE: Indie, Elettronica, Psichedelia
DATA: 31 Luglio 2023
CANZONE PREFERITA: Avantgarden
Azzurro Elettrico Fluido è una nuovissima stella nascente dal profondo sottobosco della musica italiana underground, che ha pubblicato quest’estate il suo freschissimo primo progetto, “Avantgarden”.
Già dalla copertina possiamo intuire che con l’ascolto ci stiamo addentrando in un progetto strettamente legato alla natura, alla meditazione e alla ricerca di se stessi.
Ed è proprio questo l’intento dell’artista, manifestare tramite l’arte la propria interiorità.
Azzurro Elettrico Fluido e Avantgarden realizzano questo progetto spaziando tra i diversi generi quali l’elettronica, la musica indie e quella psichedelica, creando un connubio molto fresco ed interessante.
Con l’ascolto veniamo catapultati in un luogo naturale, quasi un locus amoenus, magico, intimo, dove possiamo immergerci nella natura circostante e in noi stessi.
L’album si apre con “Genesis”, un brano di musica ambient che ci parla, ci invita ad immergersi nella musica, che ben presto diventa house, folle, animalesca.
Ora che siamo entrati nel giardino dei desideri, veniamo accolti dal secondo brano, “Acqua Santa”, caratterizzato da uno spoken word. Le ritmiche tribali e psichedeliche ci portano direttamente nel brano successivo, “Disco Biscuits”, con una linea di basso funk estremamente orecchiabile. Il testo è un invito al panteismo, e al divertimento, anche attraverso l’utilizzo di sostanze.
Il nostro viaggio nel giardino continua col brano a parer mio più interessante, Avantgarden, dove ci viene spiegato dove questo disco ci sta portando: l’Avantgarde si trova nel punto più buio della notte, in un’altra dimensione, nella quale entriamo e abbandoniamo il cemento della città. Questa introduzione evocativa ed emozionante si trasforma in un brano trance, un altro invito al panteismo, all’accettazione della magia, all’immersione nel giardino dei desideri.
“Iris” è una dolce ballata evocativa, un’ode quasi mistica al giardino dei desideri, che ci tiene per mano fino al brano successivo, “Baby”, 7 minuti di elettronica che sfiora la techno; cassa dritta, arpeggiatori, una voce psichedelica che ci parla, un flusso di coscienza sconnesso, un sogno erotico, l’espressione del dionisiaco.
Con “Aurora” abbandoniamo il giardino dei desideri. Dopo questo viaggio ci sentiremo davvero liberi, saremo capaci di apprezzare la natura e immergervi crisi.
Questo progetto molto affascinante mi ha fatto notare quanto la nostra generazione sia molto più legata alla natura rispetto alle precedenti, è conscia dei pericoli che essa corre e vuole salvarla, vuole scappare dalla metropoli e dall’industrializzazione, vuole vivere la calma che ogni essere umano merita di vivere. Consiglio l’ascolto a tutti coloro che desiderano un’esperienza musicale meditativa, connessa con la natura e con se stessi.
Words of Dogtown-Tanca
9 canzoni, 23 min 41 sec
GENERE: Punk-rock/Rap
DATA: 24 settembre 2021
CANZONE PREFERITA: SCENARIO
Avere idee, interessi e modi di esprimersi diversi da quelli ordinari sembrerebbe essere ciò che la società contemporanea promuove, dicendo che ognuno è libero di essere e fare ciò che vuole; è davvero così?
Ebbene alcune persone si sentono ancora senza un vero e proprio posto fra la gente, da cui vengono additate come sole e strane; ma certe voci non possono essere messe a tacere. Proprio con il suo primo album, Words of Dogtown, il cantante pugliese Tanca vuole ribellarsi a questo silenzio, rompendolo con la propria voce, con i suoni dirompenti del punk-rock e soprattutto con le sue emozioni; proprio quest’ultime sono ciò che da valore ad ogni traccia: a partire con l’omonimo brano si percepiscono subito la carica e la rabbia, sentimenti che successivamente in CHARLIZE THERON prendono una sfumatura di amarezza a causa del peso della società sulla vita del cantante; riprende tuttavia subito furore in FAMILLE e MOKA in cui si riesce a cogliere il trascorso di Tanca nella scena hardcore per le sonortià assunte; notevole poi il trasporto emotivo in UN SECONDO e SBADIGLI, tracce in cuio si riesce proprio a percepire quel sentimento di arroganza misto a malinconia e timore per il futuro, tipico della giovinezza.
Nel brano finale, SCENARIO, sembra invece che finalmente Tanca sia riuscito a trovare in qualche modo un posto anzi, un vero e proprio scenario, in cui potersi inserire; significative sono le ultime parole ascoltabili nell’outro “Nel regno dei ciechi comandano i c***o di cani” che potrebbe essere interpretato come un invito verso gli altri “cani” a non aver paura di esprimere sé stessi, perché sono loro in verità a riuscire a vivere appieno, non i “ciechi” che li hanno sempre giudicati come diversi.
Quest’opera credo sia davvero un valido esempio dell’energia e della creatività delle generazioni più giovani, che sempre di più stanno tentando di affermare il proprio posto nella scena musicale; ciò che rende ancora più bello questo album è la partecipazione ad esso di altri artisti, veri e propri amici di Tanca, come maggio, Ngawa, Deep Ho, Mendoza e GIURO che tutti assieme costituiscono un collettivo chiamato KLEN SHEET, il cui scopo è anche quello di essere un’etichetta indipendente oltre che un punto di ritrovo per questi artisti.
Invito perciò chiunque ad ascoltare questo album e passare magari anche dai profili degli altri cantanti sopracitati, per scoprire di cosa è capace questa generazione di artisti.
GLOBO – ELE A
6 canzoni, 16 min 50 sec
GENERE: Hip-Hop
DATA: 14 Aprile 2023
CANZONE PREFERITA: Globo
“Globo” è il primo ep di Elena, giovanissima rapper svizzera classe 2002. Sebbene uscito solo pochi mesi fa, questo progetto presenta una sonorità molto hip hop anni 90’, quella di Biggie, 2pac, Dr Dre e Nas. In particolare quest’ultimo è un vero e proprio modello da seguire per la rapper, tanto che la canzone “Globo” è un omaggio all’artista newyorkese, in particolare alla canzone “The World Is Yours”, scritta quasi vent’anni prima. Sebbene si ispiri molto al rap anni 90’ Elea ci mette davanti una sonorità che risulta comunque molto fresca. Si sentono le influenze di artisti più moderni come Westside Gunn e Mac Miller, di cui cita la canzone “Polo Jeans”. Guardando il panorama italiano, sebbene abbia uno stile tutto suo, ricorda una versione più hip hop di Madame.
Tra le canzoni quella che forse mi ha colpito di più è “Globo”, in cui la rapper riesce a fare un perfetto mix di sonorità old school e altre più moderne, questa secondo la mia opinione non è solo una delle canzoni più belle dell’album, ma una vera e propria perla del rap italiano.
Dopo la title track l’album si fa molto più introspettivo e tetro; soprattutto in “Mikado” dove Elena affronta il tema della crescita, guardando in modo molto malinconico l’infanzia negli occhi di una giovane ragazza piena di problemi e di rimorsi. Un’altra canzone molto interessante è “uno 9999”, in cui musicalmente appare il lato più melodico della rapper, mentre guardando i contenuti è forse la canzone più personale di tutto l’ep, in cui ci vengono mostrati i pensieri e i sentimenti più profondi dell’artista.
Concludendo “Globo” di Ele A è una ventata di aria fresca in una scena musicale che sta diventando sempre più monotona e ripetitiva. Consiglio vivamente quest’album a chiunque creda che le donne non siano capaci di fare rap.
ACNE – TRIPOLARE
6 canzoni, 13 min 18 sec
GENERE: Indie-Pop
DATA: 15 Aprile 2022
CANZONE PREFERITA: Acne (apnea)
Tripolare è un giovane artista napoletano classe 2002. Scopre il mondo della musica classica a soli 4 anni, iniziando a suonare il violoncello spinto dal padre musicista, frequenta poi il liceo musicale e si immerge anche nel mondo della produzione. Già dai 16 anni la musica diventa la sua principale forma di espressione. Parliamo di un artista versatile, istintivo e in continua evoluzione.
“Acne”, il suo primo EP, è indie-pop nel senso migliore del termine, con sonorità molto particolari, quasi ipnotiche, date da un mix di strumenti tradizionali e moderni. L’acne è un fastidioso simbolo che identifica il periodo dell’adolescenza, Tripolare usa questo concetto per raccontare i disagi della sua generazione. In questo percorso, l’amore ha un ruolo importante: può essere uno stimolo per gettarsi in imprese folli o una pesante ancora che trascina sul fondo. L’incertezza è il filo conduttore di questo disco intimo e spesso ribelle, come un giovane che vuole diventare grande, ma non sa come affrontare tutte le conseguenze di questo cambiamento.
Il viaggio nell’intimità dell’artista parte da “Impero delle luci”, è il racconto di un sogno, che tiene sveglio il sonno: un capitano che guida nella nebbia, un aeroplano tra le stelle, draghi. Tripolare invita a non dimenticare quelle immagini create dal sonno, portandole con sé nel giorno. Si passa poi a “Tanta paura”, un brano frenetico, dalle sonorità ipnotiche. Parla appunto di giornate agitate, lunghe serate, i problemi lasciati sul cuscino. Una storia d’amore, che apre il cuore, ma che lascia anche lividi, cicatrici, insicurezze e brutti ricordi.
“Jagermeister” è una canzone molto caotica, con un significato spesso ambiguo, ma un messaggio profondo. Tripolare cerca di esplicitare sentimenti molto complessi ed elaborati. Parla di amore, di un estremo malessere provocato da esso, che porta ad una ricerca di libertà, intesa come una sorta di indifferenza verso società. Arrivando ad “Acne (apnea)“, si incontra il brano più caratteristico della raccolta, parla delle difficoltà che si hanno nel mostrare il proprio mondo interiore all’esterno e il coraggio che questo processo richiede. I tentativi di trattare l’acne sono una metafora per raccontare i primi tentativi della vita di farci svegliare e metterci alla prova. Il brufolo è come un vulcano che esplode, con esso in noi la voglia di vivere. Il cammino termina poi con “Orgia”: è il percorso di crescita di un adolescente, che fa progetti per il futuro, che prende consapevolezza, ma che ha allo stesso tempo paura di prendersi le proprie responsabilità davanti ad una scelta.
“Acne” di Tripolare è un album diverso dai soliti, con armonie distintive e temi profondi. Consiglio l’ascolto a chiunque voglia riflettere sulle caratteristiche e le difficoltà dell’età adolescenziale, accompagnati da melodie articolate che accompagnano al meglio questo viaggio.
Samuele Argento, Pietro Azzoni, Filippo Carmeni, Alessandro Ferri VF