Social gratuiti: realtà o illusione?

Instagram, Facebook, Twitter… in un mondo dominato dalla tecnologia, quanto usiamo questi social?

Il motivo principale per cui li abbiamo sempre usati è che non chiedono un abbonamento, quindi possiamo comunicare con amici e parenti senza spendere niente. Ma sono davvero gratuiti? I proprietari dei social media, come Mark Zuckemberg, sono tra gli uomini più ricchi al mondo. Parliamo di miliardi di dollari! Questo perché noi li paghiamo con i nostri dati. Per le società che gestiscono i social media è molto più conveniente vendere le nostre informazioni personali a dei terzi, piuttosto che prendere un nostro abbonamento mensile.

Il problema è che se paghiamo una società con un abbonamento sappiamo il valore che diamo, invece, quando si parla di siti gratuiti non sappiamo esattamente i dati che le aziende prendono per poi rivendere. Alle fine cosa preferiamo: i soldi o la nostra identità?

Non bisogna per forza pagare un abbonamento per connettersi a un social:  pagare per usare i social potrebbe essere poco pratico per noi ragazzi, ma forse ci aiuterebbe a essere consapevoli che nella vita niente è gratis.

Una soluzione potrebbero essere i social media decentralizzati che appartengono agli utenti e criptano i dati personali, come Mastodon e Telegram. Mastodon permette di pubblicare messaggi brevi, tipo Twitter, ed è stato scelto dalle istituzioni dell’Unione Europea perché priva di pubblicità e profilazione. Un sito di questo tipo è una terza opzione, perché se niente è gratis nella vita, possiamo almeno essere proprietari di noi stessi.

articolo di Elena Notari 2F

foto dal sito di Andrea Postiglione

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