Cara Felicità, oggi volevo scriverti a cuore aperto. La verità è che ti volevo dire un po’ di cose che mi tengo dentro da tanto.
Perché? Perché sei così tanto intangibile ma allo stesso tempo così tanto preziosa? Perché ci fai dubitare del futuro? Perché ci fai sentire appagati per un momento e poco dopo ci privi dei tuoi doni?
I giovani combattono per te, cercano di diventare le rockstar della felicità, ma falliscono ogni volta che salgono sul palco della vita. Un cuore spezzato, un fallimento o un dolore… Perché Felicità fai questo a tutte le nuove generazioni future? Non ti sei stufata di farci soffrire? Sparisci come se ti avessimo fatto un torto, e forse è il momento di alzare le mani… Ci hai scoperto, ti abbiamo fatto qualcosa di imperdonabile: ci siamo scordati cosa significhi essere felici.
I giovani sono spenti, privi di passione e occupati a guardare i social per paura che la realtà bussi alla loro porta e presenti un conto troppo salato: quello della tristezza e dei rimpianti. Viviamo nella società della superficialità: andare oltre, e quindi scavare in profondità, ci fa paura.
Tu, Giacomo, lo sapevi bene, in ogni verso che la tua penna ha generato volevi bussare alla porta del significato e prenderti quello che credevi di meritare. Ora la tua poesia è diventata immortale, ma la tua felicità è stata un miraggio: ogni volta scrivevi per sentirla qualche istante e lasciarla andare nell’infinito che non sei mai riuscito a raggiungere.
Fino al tuo ultimo componimento non ti sei mai arreso: hai provato a dare uno scopo alla tua vita per raggiungere un’idea di felicità che non volevi abbandonare… Ma facendo questo, Giacomo, ignoravi una cosa, o meglio una domanda: e se la vera illusione fosse il fatto che abbiamo reso la felicità qualcosa di irraggiungibile quando in realtà è più semplice di quello che pensiamo?
Diccelo Felicità, è per caso così? Siamo i nemici numero uno del nostro stesso benessere? Siamo noi il problema?
La felicità è un’illusione malleabile, un nome che abbiamo dato a una sensazione che neanche noi riusciamo a comprendere. Il nostro stato d’animo è schiavo della definizione di felicità che abita nelle dimore della nostra mente. Se per noi la felicità è qualcosa di impossibile da raggiungere, non la raggiungeremo mai. Se invece per noi la felicità è una cavolata, anche le cavolate ci faranno sorridere.
La felicità non conosce un domani, è una sensazione, un attimo che solamente i coraggiosi del presente possono cogliere e assaporare. Spesso passiamo periodi bui nella nostra vita: siamo sottoterra e la via d’uscita sembra smarrita. Ma se solamente ci prendessimo il tempo di guardare il problema da un’altra prospettiva capiremo che non siamo stati sotterrati, ma piantati.
Non siamo la bara nel cimitero della tristezza, siamo il seme nel giardino della felicità.
Oh, Felicità… se solo i giovani e tutti gli altri che soffrono potessero vederti come ti vedo io, forse lo capirebbero. Capirebbero che, così come l’odio è una forma d’amore, anche la tristezza è una forma di felicità. Tu Felicità non hai colpe, siamo noi che non riusciamo ad andare oltre, a vedere il bello nel brutto, la soddisfazione nell’insoddisfazione e l’opportunità nel problema.
Tutti cercano di arrivare a te con mille percorsi diversi, senza comprendere in realtà che non esiste un percorso per la felicità… La felicità è il percorso stesso.
Ti prego Felicità, aiutami a dirlo agli altri, sussurra nelle orecchie dei sognatori quanto è bello raggiungerti e quanto facile possa essere partire insieme a te, per una nuova avventura. Aiutami ad aprire gli occhi a chi è rimasto cieco per troppo tempo aspettandoti in un luogo misterioso, senza capire che ti aveva già dentro fin dal primo istante.
Cara Felicità, aiutami a ricordarmi quanto i tuoi doni siano preziosi, così tanto preziosi da credere di non poter pagare il prezzo per viverli.
Non voglio dimenticarti.
Non voglio farlo perché grazie a te mi sono innamorato, non di qualcuno e neanche di qualcosa, ma di una profondità che va oltre… Mi sono innamorato della vita stessa.
Grazie Felicità, ti devo tutto e ti voglio bene.
Tuo Marco
Marco Ponzini – 5B