Parto sempre a metà
ed ogni luogo, ogni città mi completa
A Venezia ho conosciuto Prévert
parlava francese, voce suprema
Abbiamo contato i minuti
distesi nel ghetto, Campo dei Mori
abbiamo contato pesci, ebrei, rifiuti
abbiamo contato gli sputi
ad occhi chiusi
ma io non conoscevo il francese
e lui parlava
e io ascoltavo
non mi ha mai chiesto niente
chissà se si è accorto
che non capivo le sue poesie
A Stoccolma ho visto Tolstoj
disteso sul quinto vagone
di un treno
diretto a Sigtuna
Gli mancava casa
il freddo lo scaldava
mi ha accolta e congedata
e dal microfono un pianoforte suonava
un’agrodolce sonata
A Bologna Starnone mi ha teso la mano
mi ha rialzata, dopo che
sono inciampata sui lacci
delle scarpe
sporche scarpe infangate
E con Vonnegut ho riso
nell’Aurora di Torino
E ho ballato alla Scala con Pessoa
Pasolini mi ha portata in chiesa
a Perugia, Gubbio e Assisi
e con Svevo ho passeggiato nel Verdon
Maugham mi ha fermata
nelle acque di Sarzana
mi ha guardata
perché vedessi per la prima volta il mare
negli occhi di uno che affogava
Parto sempre a metà
e in ogni luogo, in ogni città qualcuno mi completa