A tutti noi, sin dalle elementari, viene insegnata la scrittura in corsivo, che da alcuni insegnanti è preferita allo stampatello, in particolar modo durante gli anni della scuola primaria; ma effettivamente, è bene insegnare ai nostri ragazzi a scrivere in corsivo?
È un dibattito acceso da anni, un fuoco che arde nella comunità dell’insegnamento alimentato da ricerche e pareri di neuroscienziati e psicologi che negli anni sono giunti a diverse conclusioni.
Ogni paese ha, se così possiamo dire, una sorta di “scrittura preferenziale” e ovviamente l’uso o meno del corsivo è principalmente dovuto allo sfondo culturale dei paesi stessi: è ovvio che in un paese in cui la cultura è nata lontana nel tempo ed è fiorita nel corso dei secoli come in Italia e in Francia, sarà privilegiata una scrittura corsiva o comunque ricercata, mentre nelle nazioni che tutto sommato hanno una cultura letteraria recente, ecco che verrà insegnato e usato maggiormente lo stampato.
Non ci sono quindi studi o evidenze scientifiche sufficienti perché una tesi contrasti l’altra, anzi, vi è un acceso dibattito sull’argomento da molti anni.
Da una parte, infatti, alcuni studi hanno dimostrato l’esserci di una stretta correlazione tra la scrittura manuale e abilità cognitive potenziate nei ragazzi, ancor di più quando si parla del corsivo che è capace di attivare ponti neuronali unici. Oltre a ciò è indispensabile ricordare che chi scrive in corsivo, secondo recenti studi, è in grado di produrre testi più fluidi e coesi, dimostra capacità cognitivo-motorie migliori oltre ad aver una maggior coordinazione occhio-mano. Inutile poi dire che comunque la scrittura corsiva, a parere di molti, costituisce una parte di fondamentale importanza nella nostra cultura e tradizione e in quanto tale va preservata nel migliore dei modi anche tramite l’insegnamento da parte delle istituzioni scolastiche.
Dall’altra parte però è stato dimostrato che la scrittura corsiva non è compatibile con tempistiche brevi e rigide in quanto, come dimostrato, se paragonata allo stampatello essa richiede più tempo per l’esecuzione. A ciò si aggiunge il fatto che l’insegnamento stesso della scrittura corsiva possa costituire una perdita di tempo impiegabile in miglior modo dagli insegnati. Potrebbe pertanto essere utile, in quest’ottica, lasciare agli studenti di un grado superiore la possibilità di scegliere se intraprendere corsi di scrittura direttamente alle medie, così da renderne l’apprendimento del tutto volontario.
In sostanza ognuno di noi, imprescindibilmente dal sesso o dalla provenienza, dev’essere libero di ricercare lo stile di scrittura che più gli aggrada, ancor meglio se vi è un’elaborazione personale di una calligrafia che possa mediare tra il mantenimento di una cultura secolare, un percorso cognitivo specifico, praticità e rapidità che come tutti sappiamo sono indispensabili nel mondo d’oggi.
Ma la vera domanda a questo punto è se, tra qualche decennio, ci ricorderemo davvero come si scrive in corsivo o se i computer avranno del tutto preso il sopravvento e si saranno impossessati di questa bellissima arte qual è la scrittura.
di Pietro Palmia Delsoldato 4F