Modulo Eco: una storia andata in fumo

 

Il modulo eco è una struttura completamente “green” ed energeticamente indipendente (ossia concepita e realizzata con materiali completamente riutilizzabili di origine naturale e che usa fonti rinnovabili per la produzione dell’energia necessaria) progettata e costruita da decine di volontari dell’associazione Manifattura urbana. Questa associazione  si occupa di sensibilizzare sui temi dell’ambiente, della sostenibilità e dello sviluppo pulito.

1: isolamento in fibra di canapa 2: posa dei serramenti; 3: rivestimento in sughero

inaugurazione al piazzale della Pace, 2016

Il progetto del Modulo Eco, come ci racconta il Prof. Fulvi, nasce e viene inaugurato nel 2016 dopo 3 mesi di cantiere in autocostruzione e consiste nella realizzazione di un padiglione dimostrativo interamente passivo e che quindi non ha un impatto significativo sull’ambiente. All’inizio vennero preparati solo i disegni, poiché a causa della carenza di fondi il progetto rimase fermo; fu allora che 49 aziende del territorio decisero di investire e regalare i materiali  necessari.

Il prefabbricato, di circa sessanta metri quadrati inizialmente, installato in piazzale della Pace, aveva come scopo principale quello di fornire un chiaro esempio di abitazione ad impatto zero e al tempo stesso di regalare alla cittadinanza uno spazio collettivo nel quale poter stare insieme e socializzare.

  Scuola di Parma in visita durante il periodo della costruzione del modulo

Cliccando qui potrete vedere il video pubblicato da Manifattura Urbana che vi illustra la costruzione del Modulo  che ha coinvolto, oltre alle aziende, decine di studenti.

Modello dimostrativo della stratificazione delle pareti del modulo (da destra a sinistra corrisponde alla stratificazione dall’esterno verso l’interno)

Notare il primo strato in sughero, quello in mezzo in canapa e l’ultimo in terra cruda

 

La struttura realizzata in legno, presenta pareti spesse 55 centimetri con più strati sovrapposti di sughero, legno, fibra di canapa e mattoni in terra cruda che consentono un isolamento acustico e termico tale da garantire una temperatura sempre costante all’interno del modulo. Il soffitto è “tinto” con una nuova tecnologia capace di assorbire gli inquinanti atmosferici e mantenere l’aria all’interno sana e pulita. L’impianto fotovoltaico posizionato sul tetto consente una fornitura di energia elettrica durante le ore del giorno e un condotto di aerazione cambia l’aria interna con quella esterna dopo averla purificata dalle polveri sottili e riscaldata dal calore interno.

Inaugurazione della nuova struttura presso il parco Testoni

Dopo la realizzazione, nel 2018 col contributo di Cariparma il modulo fu spostato al parco Testoni, parco molto grande in una zona difficile della città, con una situazione complessa di coesione sociale e criminalità soprattutto tra i giovani. Ma il MOdulo Eco crea aggregazione positiva e fin da  subito le persone sfruttano il modulo per incontri, serate, feste, rendendo viva la struttura e dando il loro contributo per far rinascere questa zona della nostra città. Gli abitanti del quartiere, dopo aver aiutato durante la costruzione, si sono impegnati a prendersene cura, portando sedie, libri e giochi per i bambini, tavoli; c’è chi si è poi occupato di tenere in ordine e di pulire la struttura nella quale, in poco meno di due anni, si sono svolti più di 400 incontri.

esempio di libri donati dagli abitanti del quartiere al modulo

Nello stesso periodo il Modulo Eco attraversa il periodo di sua massima “notorietà” vincendo premi ed essendo presentato da numerose riviste e presentazioni, in Italia e in Europa; tra tutti il Premio in Senato alla presenza del Presidente Pietro Grasso, CETRI EDUCATIONAL AWARDS 2016;

Presentazione del progetto – 1: Raciborz (Polonia), 4th International Scientific Conference, 2016; 2: Lisbona, 2016

Manifattura Urbana si era posta come obiettivo, sin dall’inizio, quello di donare la struttura al Comune di Parma per renderlo suolo pubblico e poter dare la possibilità a tutti i cittadini di usufruirne liberamente. Scaduta però l’occupazione di suolo pubblico nell’ottobre 2019, IREN dismette la fornitura di energia elettrica (anche se fino a poco prima l’aveva donata alla struttura). L’associazione cerca di spingere per un atto di donazione al Comune ma, come sappiamo, i tempi della burocrazia in Italia non sono mai a favore dei cittadini e mentre il modulo resta al buio (a causa dell’assenza di batterie d’accumulo per il fotovoltaico) iniziano i primi atti di vandalismo da parte di giovani. Questi eventi non spaventano il prof Fulvi e tutto il team, che quasi settimanalmente si recano al modulo per sistemare o riparare i danni, seppur di piccola portata, cancellare scritte o pulire l’interno.

A questo punto la storia già precaria del Modulo Eco costretto a dimenarsi tra burocrazia e buon senso, vandalismi e rifacimenti, giunge a una situazione di stallo fino a dicembre 2021 quando, la mattina della Vigilia di Natale, a causa di un petardo infilato da un gruppo di vandali nel condotto di aerazione, prende fuoco. L’intervento dei vigili del fuoco salva la struttura principale ma non è sufficiente per evitare che gli impianti elettrici, domotici e tutto ciò che è all’interno si distrugga irreparabilmente, lasciando la struttura gravemente danneggiata e inutilizzabile.

La rabbia dei cittadini smuove gli scranni della politica e dopo incontri, proteste e tentativi di mediazione con imprese ed enti alla fine il modulo viene smontato, viene salvato il salvabile, donato il materiale ancora utilizzabile alle imprese che avevano prestato i materiali e la storia del prefabbricato si conclude lasciando a tutti l’amaro in bocca.

Nonostante la chiusura del progetto, numerose realtà comunali emiliane e non (come Sorbolo, Reggio, Fornovo e tante altre), si sono fatte avanti per finanziare e quindi avere una “replica” della struttura da donare ai loro concittadini.

Sarebbe ora che ci prendessimo cura dei piccoli (grandi) progetti come quello del Modulo Eco e che si lavorasse per insegnare a tutti ( non solo alle giovani generazioni) l’importanza degli spazi pubblici, come luoghi che creano comunità, un bene prezioso per tutti nei tempi difficili che viviamo.

 

Si ringrazia il professor Fulvi per l’assiduo aiuto nella realizzazione di questo articolo.

di Pietro Palmia Delsoldato 3F

foto di Francesco Fulvi & Manifattura urbana

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