Ho letto un articolo su Internazionale che descrive l’influenza dei videogiochi in Cina e illustra un decreto uscito mesi fa, in Cina, che permette l’accesso ai minorenni solo dalle 20 alle 21 dal venerdì alla domenica.
Ho visto molti video al riguardo e penso sia necessaria una premessa sulla vita all’interno della famiglia cinese. Difatti i genitori svolgono spesso un lavoro impegnativo e dunque non hanno molto tempo da dedicare ai figli. Essi quindi, a causa della solitudine, si lasciano attrarre dai videogiochi, soprattutto MOBA (che permettono di sfidare gli amici anche dal cellulare) e quindi sviluppano facilmente una dipendenza, di cui appunto molti adulti si lamentano.
Eppure questa è solo una piccola parte del problema, visto che la maggior parte dei bambini in oggetto (dagli otto ai dodici anni) si lascia addirittura adescare dalle aziende che propongono prodotti extra nel gioco.
Una delle società maggiormente colpite è stata “Wangzherongyao”. Il suo MOBA infatti offriva molte skins per i personaggi, che venivano spesso acquistate dai più piccoli – e inconsapevoli – senza alcun permesso. Quindi forse hanno ragione i genitori?
Secondo me dobbiamo guardare la questione da un altro punto di vista: l’educazione dei bambini non dovrebbe essere proprio nelle loro mani? Prendersela con le imprese dal mio punto di vista è solo un modo per non assumere le proprie responsabilità. Bisogna prendersi cura del proprio figlio e indirizzarlo sulla strada giusta. Non è la prima volta che si verificano simili situazioni in Cina: è stato persino chiesto allo Stato di vietare animazioni che – a detta di molti – sono troppo realistiche per i ragazzi perennemente alla tv.
Tutto ciò mi ricorda una frase detta in un anime cinese:
“Scappando da un problema resterai sempre fermo, solo se lo affronti riuscirai a procedere”.
E così anche nella vita: per esempio, saltando una verifica non si otterrà nulla mentre, affrontandola, anche se andrà male si potrà andare avanti e migliorare. E come dice un proverbio: “ La resistenza è la vittoria”. Non prendendosi la propria responsabilità, i genitori avranno problemi che diventeranno sempre più difficili da risolvere. Se oggi possono dare la colpa ai videogiochi e domani alla tv, a chi la daranno dopodomani?
È solo parlandone col figlio che si può evitare tutto ciò.
Hu Yang 4E