Avanti e indietro, avanti e indietro, va sempre a finire così. Ringrazio per i giorni buoni e prego perché quelli bui non arrivino più, sapendo in realtà dentro di me che succederà.
Cosa mi è successo?
Dove sono caduto?
Che cosa mi ha portato a permettere alla mia insicurezza di prendere il sopravvento?
Perché non posso credermi anche io importante?
Sono ormai mesi che mi faccio queste domande e non so se avrò mai una risposta. Da mesi sono in lotta contro me stesso, contro una vocina nella mia testa che non fa che dirmi di mollare e che io spesso non riesco a non ascoltare.
Questa vocina, con il passare dei mesi, ha iniziato a prendersi parti di me; all’inizio piccole, di modo tale che non me ne accorgessi, ma piano piano mi ha inghiottito del tutto. Non ci sono più, non sono più io e mi manco.
Guardo le persone attorno a me e non riesco a non stupirmi ogni giorno di come loro riescano a fare merenda con il panino del paninaro, a prendere le merendine alle macchinette o anche solo a decidere di mangiare fuori. Non so, però, se sono più stupito di come loro facciano queste cose con tanta spontaneità o di come anche io le facessi con loro, di come un grammo di succo la mattina non fosse un problema e la pancia “gonfia” non m’impedisse di mettere dei pantaloni. All’inizio mi sembrava tutto normale: “è normale che tu sia un po’ stanco e ti addormenti in classe, è normale allenarsi 6 giorni su 7, è normale non uscire con i tuoi amici” mi ripetevo, ma in realtà cercavo solo di convincermene.
Con il protrarsi del tempo sono divenuto una persona diversa, è sparito il mio sorriso, la mia chiacchiera e la mia spensieratezza; sono divenuto una persona pesante e sempre triste.
Mi chiedo spesso “Perché l’ho fatto? Uno spazio tra le gambe era davvero più importante di me?”.
Sono perso e non so se mi ritroverò mai, mi manco ogni giorno; mi sento come un puzzle a cui mancano dei pezzettini e che non sa se verrà mai completato.
Non so se qualcuno arriverà mai a leggere tutto questo messaggio, scritto più per me stesso che per altri, ma se ci sei voglio dirti una cosa: amati.
Sei la persona più bella del mondo e credimi, non serve a niente buttarsi via così, io lo so.
A cosa serve avere la “giusta taglia” di pantaloni se poi si è troppo stanchi e tristi per uscire la sera?
Te lo dico io: a niente.
I social sono falsi, non siamo tutti felici ed io ne sono la prova.
Non annegare come ho fatto io. Vivi.
Anonimo