Don’t look up, va tutto bene, benissimo nella nostra super-evoluta digital age in cui anche i problemi ambientali sono un trend da sfruttare.
Il film targato Netflix è comparso sulla medesima piattaforma il 10 dicembre, ottenendo recensioni contrastanti, un grande successo di pubblico e varie nomination agli Oscar.
La storia parte da una situazione tipica di un disaster movie: una cometa di grandi proporzioni sta per abbattersi sul nostro pianeta ma nessuno sembra curarsene nonostante la scienza, o almeno una parte del mondo scientifico, cerchi di farlo sapere ai grandi della Terra. Il tema principale si dipana poi in una serie di vicende parallele che comprendono appunto il rapporto scienza-politica, il potere dei social e della civiltà dell’immagine, gli antagonismi internazionali, il nepotismo cieco, gli stereotipi del mondo gay e quelli dei giovani trasgressivi, il ruolo dei media, la figura del miliardario di turno che pensa esclusivamente al business, il comunicatore che raduna folle oceaniche e plaudenti, i bambini sfruttati per interessi economici, i ricchi che grazie ai soldi possono salvarsi anche dai disastri naturali. Insomma, c’è molto, qualche critico ha detto troppo.
Una carrellata di figure che risultano arroganti e spietatamente ridicole, perfino estreme nella loro totale stupidità, a partire dal presidente degli Stati Uniti, una Meryl Streep in rosso, stoccata anche alla parità di genere, a cui è affidata la conclusione del film, che personalmente mi ha ricordato la Natura e l’Islandese di Leopardi. Avvertimento, non perdetevi i credit finali.
E’ un film cattivo e arrabbiato, poco gentile, e di questo è stato rimproverato il suo regista, Adam McKay, ma non sempre la gentilezza funziona, come ben sapeva anche Dante, e la satira può talvolta andarci pesante quando è il caso.
Senza volervi rovinare la visione, ho trovato straordinaria una delle scene finali che racconta di una pacata cena festiva di una famiglia diciamo allargata in cui il capofamiglia, Leonardo Di Caprio, ad un certo punto dice: we really did have everything, didn’t we?
Sì, abbiamo, quasi, tutto. Almeno noi che apparteniamo alla parte fortunata del Mondo. Qualcuno perfino la possibilità di organizzarsi un giro di piacere nello spazio, tutti la consolazione quotidiana di farsi tanti selfie e di postare tante storie. Paghi di ciò, ci diciamo che va tutto bene, come faceva Candido, basta che non guardiamo in alto, non si sa mai che qualcosa di infinitamente lontano come una cometa possa turbare la nostra fa
vola o qualcosa di infinitamente piccolo come un virus possa ricordarci che non siamo sempre dei vincenti e che ci tocca rallentare.
Per richiamarci ad una normalità priva di effetti speciali il regista ricorre a delle immagini che Mariarosa non ha potuto non apprezzare. In un pasto condiviso fra persone di diversa origine, senza social, senza selfie, senza cellulari, senza gridi si celebra il rito antichissimo del cibo che diventa nutrimento del corpo e dell’anima, della semplicità che ci riporta alle radici del consorzio umano, della parola che è ascolto e humanitas .
Immaginando che il periodo natalizio vi abbia condotto a fare degli stravizi, vi propongo questo mese due ricette light: per Mariarosa classic una focaccia da fare con la planetaria e per Mariarosa original il risolatte, una ricetta di origini orientali che ha molte possibili variazioni ma che nella sua forma base piace a tutti.
Mariarosa original
Risolatte
Ingredienti
100 g riso (originario o vialone nano)
1l latte intero
300 ml acqua
80 g zucchero
40 g amido di mais
buccia di limone
1 pizzico di sale
Preparazione
In un pentolino mettere l’acqua, aggiungere il riso, il sale, la buccia. Cuocere a fiamma bassa fino all’assorbimento del liquido. Versare il latte freddo tenendone da parte un bicchiere in cui sciogliere l’amido di mais. Non appena il riso con il latte raggiunge il bollore, versare lo zucchero e l’amido. Mescolare e fare andare ancora un paio di minuti. Trasferire in una ciotola e fare intiepidire.
A piacere potete aromatizzare con cannella o anice stellato. Se preferite potete anche aggiungere sul fondo una crema alla cannella così preparata:
200 ml acqua
10 g amido di mais
1 cucchiaino cannella in polvere
40 g zucchero
Sciogliere l’amido in 40 g di acqua e aggiungere la cannella, versare la restante acqua in un pentolino con lo zucchero e fare raggiungere il bollore. Unire l’amido con la cannella e non appena rappreso, spegnere.
Mariarosa classic
Focaccia
Ingredienti
500 g farina bianca
1 cucchiaino sale fino
300 ml acqua tiepida
25 g lievito di birra
sale grosso
Preparazione
Mettere la farina nella ciotola insieme al sale, a parte sciogliere il lievito nell’acqua tiepida, aggiungere la miscela alla farina, metà dell’olio e impastare nella planetaria con il gancio in modo energico per 5 minuti. Nel frattempo scaldare il forno a 40° e poi spegnere. Una volta ottenuto un impasto omogeneo ed elastico, metterlo in una ciotola leggermente infarinata, ricoprirlo con un canovaccio bagnato e riporlo nel forno spento per circa due ore, fino a quando sarà raddoppiato di volume. Rivestire una teglia con carta forno, riprendere l’impasto e lavorarlo per 1 minuto per togliere le bolle e poi stenderlo con le mani. Ricoprire di nuovo la teglia con il canovaccio e fare riposare per 15 minuti. Accendere il forno a 200°, imprimere sulla superficie i classici buchi usando i polpastrelli, irrorare con l’olio residuo, aggiungere il sale e infornare per circa 20-25 minuti.