Prima delle vacanze natalizie, la nostra professoressa di italiano ci aveva dato come compito quello di comporre un sonetto plazér ispirato a un sonetto di Dante che abbiamo studiato in classe.
Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io
fossimo presi per incantamento,
e messi in un vasel ch’ad ogni vento
per mare andasse al voler vostro e mio,
sì che fortuna od altro tempo rio
non ci potesse dare impedimento,
anzi, vivendo sempre in un talento,
di stare insieme crescesse ’l disio.
E monna Vanna e monna Lagia poi
con quella ch’è sul numer de le trenta
con noi ponesse il buono incantatore:
e quivi ragionar sempre d’amore,
e ciascuna di lor fosse contenta,
sì come i’ credo che saremmo noi.
Ed ecco a voi due sonetti composti da due alunni della 3°A!
Permettimi, o mago, di tornar dove tutto è iniziato,
voglio bere sogni e mangiare avventure,
divertirmi scherzando su quelle buffe caricature,
circondami dei miei amici e fammi sentire rilassato.
Ma da lì non farmi tornare nel passato,
preferirei spostarmi dal tavolo al divano
per guardare un bel film coi pop-corn in mano
e stare abbracciato a quella persona che mi fa sentire amato.
Mostrami la strada per trovare l’oro
Così che io possa viaggiare
per il mondo sconfinato, vasto, gioioso
elimina ogni problema, perché sia tutto più festoso,
la mia pigrizia non lasciar girovagare
e dilata il tempo poiché voglio abbracciare tutti coloro che adoro.
– Alessandro Zoni
Ascoltami o genio dei desideri,
schiocca le dita, fa’ il tuo miracolo:
portami in quel luogo dei miei pensieri
dove viver senza alcun ostacolo.
Con pochi amici, quelli più sinceri,
sdraiati su un prato, in mano il binocolo;
a contare le stelle spuntate solo ieri,
che ci cadano in testa! Nostri rischio e pericolo.
E con mano tremante di vivo timore,
sfiorare le dita alla più luminosa,
guardarla negli occhi, leggerle il cuore,
capir ch’essere amati vuol dire qualcosa,
ma è amare che rende qualcuno migliore.
Chiedo troppo? Forse. Ma sorte castighi chi non osa.
– Diego Ficarra
Elisa Ziggiotto