Il fascino di un treno alle sette di mattina, l’emozione di un’avventura che sta per iniziare, la frenesia, l’indipendenza, l’abbandono al senso innato dell’esplorazione… Come dei fuggiaschi ci siamo lasciati Parma alle spalle, con quell’innocenza e allo stesso tempo quell’entusiasmo che forse solo gli adolescenti sanno ancora provare insieme.
Destinazione, il Festival Nazione dell’Economia Civile: un percorso della durata di tre giorni in cui abbiamo sentito parlare di temi come l’economia civile, la sostenibilità ambientale, i progetti e le startup ecosostenibili. Quindici ragazzi, dieci bresciani, cinque parmigiani, quattro giorni, tre scuole, due città, un unico scopo: ricercare un senso.
La prima volta che abbiamo messo piede nella sala dei Cinquecento, nel meraviglioso Palazzo Vecchio di Firenze, lo stupore e l’incredulità si sono fatti strada in noi. Non c’è modo di descrivere Firenze a parole. È una sinestesia di arte, sapori, canzoni, brividi e desiderio, desiderio di vederne sempre di più, di conoscerla più a fondo, ma di conoscerla lentamente, con cura, con riguardo, per non sciuparla.
Una delle esperienze più significative è stata la possibilità, in quanto partecipanti al progetto Remix e inviati di NeXt, di intervistare e relazionarci con i personaggi che hanno partecipato come relatori al Festival: nomi di grande rilievo della scena politica e culturale italiana, sindaci, giornalisti, artisti, direttori di imprese che si impegnano per agire in modo più equo e responsabile (https://www.festivalnazionaleeconomiacivile.it/programma/).
Tutti noi, divisi in gruppi interscolastici, ci siamo impegnati nelle “missioni” a noi assegnate. Alcuni si sono dedicati alla ricerca di dettagli nascosti e abiti stravaganti, di interviste al pubblico, di sopralluoghi improvvisati. Abbiamo avuto la possibilità di scegliere chi intervistare e come intervistarlo: un tuffo in una professione, quella di chi lavora con la comunicazione come giornalista o addetto stampa, e in una realtà che ci ha fatto molto riflettere. Un’opportunità unica, preziosa.
La domenica siamo, un po’ tristemente, tornati a casa, con la consapevolezza nuova di una dimensione sociale e culturale a cui dobbiamo e vogliamo prendere parte in quanto cittadini del mondo. Ma Firenze ci ha lasciato molto altro. Durante il giorno l’aria era satura di suggestione e meraviglia, durante la notte la città era coperta da un sottile e trasparente velo di seduzione. Le luci del centro, i sussurri e le risate, gli artisti di strada, i volti delle persone, i loro sguardi. E le piazze piene di vita, di persone sconosciute, tutte fatalmente e felicemente abbandonate al dolce movimento della città. Siamo tornati convinti di aver visitato Firenze, ma è stata Firenze a viaggiare dentro di noi.
Ci siamo lasciati esplorare.
E questa è una video sintesi della nostra esperienza.
Alberici, Cattani, Gelati, Marossa, Massari, IVE