Non sono mai stata una persona a cui piace avere una routine, fare sempre le stesse cose, vedere sempre gli stessi paesaggi. Dopo il lockdown ho sentito forte l’esigenza di cambiare.
Proprio per questo circa un mese fa mi sono ritrovata su un aereo diretto a Dublino, capitale dell’Isola di Smeraldo. Mai nome fu così appropriato: già da prima dell’atterraggio ho potuto ammirare le immense distese verdi e ho capito che la mia avventura avrebbe avuto tante sfumature quante potevo ammirarne in quel momento.
Sicuramente non mi sbagliavo! Purtroppo però, assieme a tutti i bei momenti che sto vivendo, ce ne sono stati anche di meno piacevoli.
In esperienze come questa non ci si può aspettare solo attimi di felicità, penso invece che sia corretto e onesto dire che ci saranno anche quelli tristi, malinconici, spaventosi e sconfortanti. Dico questo perché io per prima pensavo fosse solo un esagerazione, quando sentivo gli altri dire questo pensavo “A me non succederà mai” e invece ho provato sulla mia pelle che capita proprio a tutti prima o poi.
Ci saranno i giorni in cui non vorrai uscire, quelli in cui riguarderai le foto con le persone che hai lasciato in Italia e ti perderai a pensare a quanto ti mancano quei momenti. Quelli in cui sembra che tutto possa solo peggiorare, quelli in cui ti verrà da pensare “ma chi me l’ha fatto fare” oppure “riuscirò davvero a rimanere qui per un anno?”.
In quei giorni sono state essenziali le persone che ho conosciuto, ma soprattutto i miei amici: alcuni di loro sono exchange students come me, altri sono irlandesi ma questo poco importa alla fine. Insieme stiamo creando nuovi ricordi, vivendo esperienze indimenticabili come
il surf nelle gelide acque della baia di Tramore a inizio Ottobre, l’arrampicata fino alla cima delle montagne di Comeragh per vedere il lago di Coumshingaun, le cavalcate di gruppo sulle scogliere irlandesi o semplicemente i pranzi tutti insieme e le chiacchierate in corridoio a scuola.
Scrivo questo perchè come è importante ricordare gli attimi più bui, è altrettanto importante ricordarsi delle persone che ci aiutano a superarli e a stare meglio. Chi ci tiene, che sia a 2090 km o di fianco a noi, troverà sempre il modo di aiutarci: da chi con una chiamata o un messaggio, chi sorprendendoti bussando direttamente alla tua porta e invitandoti ad uscire, chi ti offre la spalla su cui piangere.
Un mese è già passato: intenso, veloce, stravolgente.
Non vedo l’ora di scoprire tutte le sfumature ancora nascoste che questa vita racchiusa in un anno tiene in serbo, dalla più scura alla più brillante.
Martinelli Federica 4^F