Rallentare in compagnia #foodie

Sono sempre alla ricerca di qualcosa che distolga la mia attenzione dalle prime pagine dei giornali che, sia detto per inciso, ultimamente mi paiono spesso un esempio perfetto di ossimoro, e questa volta mi sono imbattuta in una bella storia che voglio riassumervi. L’ho letta sul Guardian ed è ambientata nei nostri tempi pandemici, ma è davvero una storia semplice di cui abbiamo bisogno.

Una giovane donna londinese del tipo classico, super indaffarata, con un ritmo quotidiano che si divide tra lavoro-palestra-socialità, che vive constantly adrenalised and permanent stimulated come scrive lei, si trova nel suo appartamento sola durante il secondo lockdown.

Dopo avere esaurito tutte le attività possibili da fare in casa, comincia a navigare la rete in cerca disperata di una distrazione e pensa che unirsi ad un gruppo di volontariato locale che si occupa delle persone più vulnerabili possa aiutarla a trovare un focus che dia senso alle sue giornate.

Trova il gruppo che fa al caso suo e che la mette in contatto telefonico con Alberto, un signore di 92 che vive solo a Bethnal Green. Originario di Genova, ottimo lettore, amante di Verdi, sportivo appassionato, Alberto diventa ben presto un appuntamento telefonico fisso per la giovane donna, che trova nel signore anziano una comfortable slowness mai vissuta prima.

Alberto ha imparato a rallentare il ritmo, non ha paura a dire che vive solo ed anzi si gode la sua solitudine, rivalutando così un sentimento che sembra del tutto bandito dalla nostra iperattiva società in cui spesso avvertiamo un profondo senso di solitudine semplicemente perché le innumerevoli relazioni che intessiamo sono poco significative. La giovane donna rimane incantata da uno stile di vita che lei non aveva mai considerato e che adesso le sembra così naturale. Parlano di tutto e la telefonata delle 6.15 diventa a restorative call più per lei che per lui. Le conversazioni con Alberto la spingono a riflettere su quanto si sia persa fino ad allora e a quanta sofferenza produca una vita così frenetica e sostanzialmente vuota.

L’amicizia prosegue e in autunno, inaspettatamente, Alberto non risponde più al telefono. L’amica lo cerca più volte, si informa presso la comunità che li aveva uniti, si dispera e giunge alla conclusione che Alberto sia morto. Durante un estremo tentativo, Alberto finalmente risponde e di fronte alle domande della donna risponde pacatamente che era andato a Genova a trovare la sorella, mettendosi a ridere di fronte alle paure dell’amica. Alla timida proposta di incontrarsi per un caffè, lui risponde di no, le dice che preferisce proseguire così, sentendosi per telefono, perché ciò che lo aveva spinto a dare il suo nome alla comunità era la curiosità, non la solitudine.

Come prima reazione, la donna ci resta un po’ male, ma poi si ricorda di un’espressione sentita qualche giorno prima in un discorso di Boris Johnson che parlava della fortitude of the elderly. Vede tutti gli errori della sua vita passata, e capisce Alberto. Si può essere soli e non soffrire di solitudine, si può essere in mezzo a una folla e soffrire una intensa solitudine.

Mariarosa quando si sente sola si dedica alla cucina e con una fetta di cheese cake al caffè condividere un tè con un’amica diventa facilissimo. Essendo old style, come mi dicono affettuosamente i miei studenti di IE, mi viene più spontaneo che andare sui social. Vi passo, dunque, la ricetta di una torta facilissima e di sicura riuscita da consumare insieme a chi sentite vicino.

 

Cheesecake al caffè

Ingredienti
250 g biscotti secchi (meglio se i classici inglesi Digestive)
125 g burro fuso
800 g formaggio spalmabile (robiola, quark tipo Philadelphia, ricotta)
4 uova
150 g zucchero
1 bustina vanillina
50 ml caffè
cacao amaro in polvere qb
Preparazione
Fondere il burro, tritare fini i biscotti, fare il caffè. Mescolare biscotti tritati e burro buso, versare il
composto in uno stampo a cerniera di 24 cm ricoperto da carta da forno e livellare bene con il
dorso di un cucchiaio. Per la crema, mescolare con le fruste elettriche il formaggio, le uova, lo
zucchero, la vanillina, il caffè. Versare la crema ottenuta sulla base della torta e cuocere in forno
statico a 190° per 50 minuti. Quando tiepida, decorare la torta con una spolverata di cacao amaro.

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