IL DEBATE: UN’ESPERIENZA DI FORMAZIONE

Quando le persone mi chiedono a cosa serva il Debate, la mia risposta è che non si tratta di una semplice attività extracurricolare, ma di un’esperienza formativa, in grado di preparare la persona al confronto con coloro che hanno idee diverse e, soprattutto, ad avere uno scambio di posizioni che arricchisce il proprio bagaglio culturale e sviluppa il pensiero critico.

Quest’anno, a causa della pandemia che ha impedito gli spostamenti, la Società Nazionale Debate Italia (https://www.sn-di.it/), ha organizzato il primo Campionato Italiano Giovanile di Debate (https://campionatoitalianodebate.it/ ), il quale coinvolge oltre 70 squadre di tutta Italia e si svolge online in diversi turni: il primo è la fase eliminatoria a gironi, il secondo è un girone unico in quattro round, seguito dagli ottavi e dalla fase finale: un vero e proprio torneo, che è iniziato in ottobre e si concluderà in maggio.

Con la squadra del nostro Liceo, “Noi del Berto”,  di cui faccio parte insieme a Gaia Barbieri, Dario Pinto e Simone Saccani, ho partecipato alla fase a gironi, appena conclusa: siamo riusciti a passare al turno successivo, una bella soddisfazione! Questo piccolo traguardo costituisce in realtà un inizio, una speranza di poter lasciare un segno anche con la distanza, anche attraverso i nostri schermi. Non è stato facile cambiare così in fretta le nostre abitudini di debaters e imparare a lavorare a distanza, non poter approfittare della preparazione tutti insieme, nella stessa stanza, non poter interpretare e capire lo sguardo degli “avversari” durante il proprio discorso. Eppure, la passione e la voglia di superare i nostri limiti ci hanno permesso di andare avanti, nonostante le difficoltà e le novità.

Anche altre squadre del Bertolucci sono impegnate con il Debate: il 10 febbraio, infatti, si svolgerà il “Debate Day” online, che coinvolge le scuole della Rete  “WeDebate Emilia Romagna”, al quale parteciperanno otto squadre provenienti da sette scuole, tra cui anche la nostra ( le altre scuole della  Rete Regionale: Liceo “Respighi” di Piacenza, Liceo “Ulivi” di Parma, Liceo “Sanvitale” di Parma,  Liceo “Formiggini” di Sassuolo, IIS “Mattei” di S. Lazzaro di Savena, Liceo “Monti” di Cesena, Liceo “Fanti” di Carpi, Liceo “Volta-Fellini” di Riccione, IIS “Einaudi-Molari” di Sant’Arcangelo di Romagna). 

Il 6 marzo, invece, si terrà la Selezione Regionale per decretare la squadra che rappresenterà l’Emilia Romagna alle Olimpiadi Nazionali di Debate, in aprile: anche questi eventi si svolgeranno online e coinvolgeranno i debaters del nostro Liceo.

Inoltre, prossimamente la nostra scuola sarà impegnata in un progetto di formazione per studenti e docenti chiamato “La forza del dialogo”  in collaborazione con Indire-Avanguardie Educative: il Liceo Bertolucci, infatti, è uno degli organizzatori di questa iniziativa, volta a coinvolgere sia alunni che insegnanti per la sperimentazione del Debate su temi di educazione civica e cittadinanza digitale. Gli istituti che partecipano a tale progetto sono anche l’IC ISA 13 di Sarzana, l’ITE Tosi di Busto Arsizio, l’IIS Pacioli di Crema, l’IIS Savoia Benincasa di Ancona, l’IC Solari di Loreto, l’ISIS Europa di Pomigliano d’Arco, l’ISI Pertini di Lucca ed altri.

L’importanza di questa opportunità rappresentata dal Debate non risiede nel credito extrascolastico in vista dell’esame, non ci sono voti né giudizi: il vero fondamentale arricchimento è quello che nasce da noi stessi, e ci permette di sviluppare un grandissimo senso critico, oltre che una mente più elastica e flessibile rispetto alle diverse opinioni da sostenere, che spesso possono differire dalle nostre.

Al quinto anno di questa mia esperienza consiglio vivamente a chi vorrebbe iniziare di lanciarsi, di
provare a mettersi in discussione e cercare di oltrepassare le proprie paure, come quella di parlare davanti ad un pubblico. Io stessa ho sempre avuto timore del momento in cui avrei dovuto prendere il microfono in mano e sostenere la mia tesi: ricordo i primi dibattiti in cui le mani sudavano e la mia voce tremava. Tuttavia con il tempo ho capito che si tratta di un gioco, non da sottovalutare, un gioco sia singolo che di squadra in cui non ci sono né vinti né vincitori, ma solo tanta voglia di crescere, e allora ho iniziato a guardare tutti negli occhi senza la paura di incrociare gli sguardi altrui.

È solo grazie al confronto che si impara a capire noi stessi e gli altri.

Serena Citriniti 5A

Può interessarti...