Parlare e ascoltare: a lezione di Debate

Il Debate permette di sviluppare due grandi capacità, che sono tra loro complementari: la capacità di parola e il sapere ascoltare.
Potrebbero sembrare due cose banali, infatti qualcuno potrebbe dire che tutti noi, fin da piccoli, siamo in grado di parlare, così come di ascoltare; tuttavia, non tutti ne hanno stesso controllo. Cerco di essere più chiaro: non tutti gli uomini sanno ben parlare, poiché ci sono persone che riescono ad utilizzare la parola meglio di altri.  Per definire chi è capace e chi no, ci sono molti parametri da considerare: l’atteggiamento, la chiarezza espositiva, l’uso della voce e delle pause, e la struttura del proprio discorso. Questi parametri ricorrono anche nella valutazione di uno speaker in un dibattito e sono competenze alle quali ognuno di noi dovrebbe tendere. Infatti, la società in cui viviamo ci impone indirettamente di dover essere capaci di costruire un nostro “speech” e di saperlo dire in maniera corretta, per non rischiare di vivere ai margini del nostro tempo. Questo “speech” potrebbe essere benissimo qualsiasi cosa, non solo un “discorso” da fare in un dibattito, ma potrebbe riguardare anche concretamente la nostra quotidianità.
Spesso, nella vita di tutti i giorni, si è nella condizione di dover esprimere le proprie esigenze, criticità ed opinioni; in breve, bisogna essere capaci di esprimere se stessi. Da un’interrogazione a una lite con i genitori, arriva il momento in cui dobbiamo essere un po’ tutti dei piccoli debaters, in quanto dobbiamo dire la nostra o, nel caso dell’interrogazione, dobbiamo convincere l’insegnante di aver acquisito tutte le conoscenze richieste. Infine, non  penso di parlare solo per me quando dico che sarebbe meglio vincere la lite o che preferirei avere un 9 piuttosto che un 6. Per aumentare la propria possibilità di successo, bisogna essere in grado di padroneggiare la parola, facendone un uso intelligente. L’importante è allenarsi, e il Debate può essere davvero una buona palestra per questo.
Arriviamo ora al secondo punto di cui vorrei parlarvi: il saper ascoltare. Il Debate, oltre a stabilire una differenza tra i suoi membri  (sul piano dei parametri prima riportati), è allo stesso tempo un luogo in cui le differenze di altra natura sono cancellate: non interessa chi parla, ma il come lo fa e cosa questa persona dice. Concorderete allora che un dibattito non può andare avanti se non vi un ascolto reciproco; si avrebbero due squadre che discutono parallelamente. In questo caso, il dibattito sarebbe solo spreco di fiato e nulla più, poiché il suo primario obiettivo è quello di fare un confronto tra le due tesi e decidere quella più convincente.  La bellezza di questo sta per prima cosa nel fatto che tutti gli speakers devono avere l’attenzione altrui, vale a dire che ognuno ha il diritto di essere ascoltato (qualcosa che nella nostra società non avviene sempre); seconda cosa, il Debate non crea conflitto, ma unione tra le parti. Dal mio di vista il dibattito offre la possibilità di misurarsi con persone diverse attraverso la sfida, e da questo confronto imparare. L’altro, in questo senso, mi è “amico”, perché mi aiuta a riflettere sui miei difetti ed aggiustarli, così da essere ancora più bravo al prossimo incontro. I giudici rafforzano questi insegnamenti con dei feedback finali, che possono essere anche spiacevoli ma, non per questo, non si devono non ascoltare.
Esercitare il Debate può davvero migliorare il singolo e indirizzarlo a scelte per un futuro diverso.
Dario Pinto, 5C

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