Bucaneve, di Matilde Tragni

Nel  candore dell’inverno sboccerò delicato;

non toccano i venti questo stelo imperturbabile

 e  il ghiaccio non mi annichilisce 

diversamente amo vestirmi dei suoi eccentrici cristalli 

e dove gli altri credono la morte, 

io godo di una vita piena.

 

Son io che con questa irriverenza sentenzio,

il Bucaneve dal sottobosco, 

il mio respiro quaggiù compatisce il vostro supplizio

e ad ogni tuo passo che smuove la terra mia genitrice, 

chino il capo non per vigliaccheria,

quanto solidarietà.

 

Ascolta un poco il mio ultimo canto;

nascere è stato assai faticoso,

primo tra i miei fratelli ho spaccato la pietra e 

ora esanime mi addormento in eterno 

su questo 

freddo  suolo.

 

Matilde Tragni

 

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