“Il mondo non è più quello che conoscevamo, le nostre vite sono definitivamente cambiate. Forse questa è l’occasione per pensare diversamente da come abbiamo fatto finora, l’occasione per reinventarci il futuro e non rifare il cammino che ci ha portato all’oggi e potrebbe domani portarci al nulla. Mai come ora la sopravvivenza dell’umanità è stata in gioco”
Tiziano Terzani, ‘Una buona occasione’ 14 settembre 2001
Pur essendo state scritte quasi vent’anni fa, le parole di Terzani si adattano benissimo alla situazione che viviamo oggi, forse perché i grandi eventi della storia, indipendentemente dalla loro natura, sono destinati a cambiare l’uomo e l’umanità in maniera drastica ed irrimediabile. La pandemia ci ha costretto a fermarci, e, che ci sia piaciuto o meno, questa pausa ha inevitabilmente portato tutti noi a pensare e riflettere sul mondo e sulla società in cui viviamo.
Ora che in molti paesi l’emergenza sanitaria sembra sotto controllo si pensa alla ripartenza, culturale, sociale ma soprattutto economica. E allora viene da chiedersi: possiamo permetterci di ritornare alla vita di tutti i giorni senza fare tesoro della lezione che purtroppo la pandemia ci ha dato? Non sarebbe preoccupante tornare a una normalità che ha prodotto la situazione in cui siamo? La crisi sanitaria del Coronavirus ha innescato una crisi economica che rischia di diventare anche una crisi sociale. Cosa si potrebbe fare per evitare che questo accada? Si potrebbe per esempio intraprendere in modo più deciso la strada già definita nei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile perché proprio quella è la strada che permette alle generazioni attuali di soddisfare i propri bisogni senza compromettere il fatto che le generazioni successive possano fare altrettanto.
Come si vede dall’immagine tratta dal sito di ASVIS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), la pandemia ha purtroppo avuto un impatto negativo su diversi obiettivi dell’Agenda 2030, in particolare sul goal 1 (sconfiggere la povertà), sul goal 4 (garantire a tutti un’istruzione di qualità), sul goal 5 (raggiungere la parità di genere), sul goal 8 (incentivare un’occupazione piena per tutti), mentre ha avuto un moderato effetto positivo sul goal 13 (lotta al cambiamento climatico), perché il lockdown ha portato ad una riduzione delle emissioni di gas serra talmente significativa da essere rilevata dai satelliti.
Con la ripartenza però i livelli di inquinamento torneranno ai valori precedenti la crisi da Coronavirus, a meno che i governi non decidano di investire sulla trasformazione delle nostre società in un senso più green, vedendo nella questione ambientale non un fastidioso problema ma un’opportunità di rilancio. Come ci ha spiegato il dott. Marco Gallicani di Banca Etica, nostro ospite grazie al dott. Giuseppe Boselli di Arpae, per uscire dalla crisi è necessario fare delle scelte. Così come Banca Etica ha scelto di finanziare realtà che abbiano un impatto positivo sia dal punto vista ambientale che sociale, allo stesso modo i governi dovrebbero avere la capacità di fare delle scelte economiche che, oltre a sostenere le persone in difficoltà, rilancino l’economia stimolando le imprese a convertirsi alle energie rinnovabili e all’economia circolare.
Il risultato della ripartenza però non dipende solo dalle decisioni dei governi, ma anche dalle scelte e dalle responsabilità di tutti noi nel momento in cui decidiamo come orientare i nostri consumi. L’unica cosa certa è che ai nostri occhi si palesa un bivio: il mondo che ne verrà fuori sarà migliore o peggiore di quello di adesso? Ci piace rispondere a questa domanda con le parole di Ezio Bosso, che in una delle sue ultime interviste, rispondendo a chi gli chiedeva se la pandemia ci avrebbe reso migliori, disse: “Diventare migliori è una scelta, non una conseguenza”.
La 4A