Una foto, un poeta: Pierluigi Cappello

Questa è la foto che secondo me, rappresenta al meglio la poesia di Pierluigi Cappello.

In questa immagine infatti, è rappresentata una donna che si guarda riflessa nella vetrina di un negozio con aria provocatoria, quasi a sfidare sè stessa.
Questa sfida solitaria è la stessa che ha dovuto combattere il poeta, affrontando la casualità e gli accadimenti dolorosi della vita: fragilità, terremoti e incidenti.
Con la sua poesia, Cappello è riuscito a concretizzare e spiegare questo misterioso eccesso di esperienza e abbondanza di vita, ma per riuscirci ha dovuto fare i conti con sé stesso.
In un’intervista racconta: “Ho cercato di fare i conti con me stesso, di essere il più vicino possibile a me stesso e al mio brusio interiore. Perchè quando tu sei lì in quei paraggi, lì vicino, lì accanto al tuo brusio interiore, tu sei prossimo a un forma sghemba, stramba di libertà, e di verità”.
Così, come la donna nella fotografia, anche Cappello ha dovuto mettersi alla prova, e nel farlo ha dato vita a magnifiche poesie che riescono ad esprimere le sue “libertà” e “verità” della vita.
Roberta Fallarino, IV A

foto di Richard Kalvar, https://www.magnumphotos.com/photographer/richard-kalvar/

 

PENDIO, VENTO DI CORSA, CENERE 

Non fare niente, stai fermo, aspetta che passi

questo vento di corsa, più ti muovi più le corde

ti segano i polsi e allora asseconda la tua prigionia,

cenere alla cenere, se oggi ci fosse qualcosa da dire

sarebbe questo e finché lo dici sei vivo, vivo

anche se il silenzio assedia, si assiepa intorno a te

come un canto, come un pendio sul quale posare le scapole,

adattare la nuca al sonno, prima che la mente si dissolva

in uno scoppio di nuvole e piova un buio senza riparo.

Pendio, vento di corsa, cenere, mettili nelle tue vene

strette dal cordame, mentre al di là del monitor

va il mondo e ride e piange in una volta

come un giorno di pioggia e di sole.

(Stato di quiete. Poesie 2010-2016,  Bur, 2016)

Può interessarti...